Questo lavoro intende contribuire a colmare parte del divario esistente tra Europa e Usa in termini di studi empirici sulla reazione dei prezzi azionari. A tal fine, esamina un campione di 221 annunci di fusione o acquisizione tra banche, equamente ripartito tra Stati Uniti e Vecchio Continente. Vengono esaminati separatamente i prezzi delle banche acquirenti e di quelle acquisite. Di norma, infatti, le prime pagano un "premio per il controllo" rispetto alle quotazioni di mercato delle seconde, che dunque registrano un sensibile incremento di valore; perché ciò accada, ovviamente, è necessario che la generalità degli azionisti della banca "target" sia ammessa a beneficiare dell'offerta della "bidder", attraverso un'Opa (offerta pubblica di acquisto) o altri meccanismi informali (ad esempio, un rastrellamento di azioni legato a un possibile rilancio da parte di un'altra istituzione finanziaria). L'effetto sulle quotazioni dell'acquirente è, a priori, meno scontato: da un lato, infatti, il prezzo pagato (e in particolare il maggior esborso legato al premio per il controllo) distrugge valore nel breve periodo (e ciò è tanto più vero se l'acquisizione è regolata per contanti, e incide negativamente sugli equilibri finanziari della bidder); d'altra parte, tuttavia, se i possibili guadagni di efficienza impliciti nell'aggregazione (compresi quelli legati a eventuali economie di scala e scopo) sono compresi e creduti dagli investitori, eventuali erosioni delle quotazioni possono venire rapidamente riassorbite (perché il mercato sconta i benefici futuri ponderandoli per una probabilità di realizzazione sufficientemente elevata e li incorpora nel prezzo del titolo).
Competitività e M&A: le aggregazioni bancarie creano valore? Il punto di vista del mercato
RESTI, ANDREA CESARE;
2004
Abstract
Questo lavoro intende contribuire a colmare parte del divario esistente tra Europa e Usa in termini di studi empirici sulla reazione dei prezzi azionari. A tal fine, esamina un campione di 221 annunci di fusione o acquisizione tra banche, equamente ripartito tra Stati Uniti e Vecchio Continente. Vengono esaminati separatamente i prezzi delle banche acquirenti e di quelle acquisite. Di norma, infatti, le prime pagano un "premio per il controllo" rispetto alle quotazioni di mercato delle seconde, che dunque registrano un sensibile incremento di valore; perché ciò accada, ovviamente, è necessario che la generalità degli azionisti della banca "target" sia ammessa a beneficiare dell'offerta della "bidder", attraverso un'Opa (offerta pubblica di acquisto) o altri meccanismi informali (ad esempio, un rastrellamento di azioni legato a un possibile rilancio da parte di un'altra istituzione finanziaria). L'effetto sulle quotazioni dell'acquirente è, a priori, meno scontato: da un lato, infatti, il prezzo pagato (e in particolare il maggior esborso legato al premio per il controllo) distrugge valore nel breve periodo (e ciò è tanto più vero se l'acquisizione è regolata per contanti, e incide negativamente sugli equilibri finanziari della bidder); d'altra parte, tuttavia, se i possibili guadagni di efficienza impliciti nell'aggregazione (compresi quelli legati a eventuali economie di scala e scopo) sono compresi e creduti dagli investitori, eventuali erosioni delle quotazioni possono venire rapidamente riassorbite (perché il mercato sconta i benefici futuri ponderandoli per una probabilità di realizzazione sufficientemente elevata e li incorpora nel prezzo del titolo).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.