Judicial self-governing bodies. Instruments of independence or path to ossification?

Il contributo analizza il concetto di “indipendenza giudiziaria” attraverso una visione comparatistica che evidenzia differenti esperienze di natura normativa, legislativa e consuetudinaria in tutto il mondo. Il concetto di “indipendenza giudiziaria” è stato elaborato sia dalla legge statutaria che dalla dottrina giuridica. Tuttavia, ad oggi, nonostante numerosi tentativi da parte di documenti pubblici, manca ancora una definizione univoca. L’articolo si sofferma soprattutto sulla possibile classificazione del concetto di “indipendenza giudiziaria” partendo dal testo delle costituzioni, ricordando che risulta necessario considerare che le costituzioni vengono adottate in contesti differenti, fattore che rende complesso concepire il modello costituzionale quale fonte omogenea. L’esame prosegue con una puntuale analisi degli organismi di autogoverno, diversificati a seconda del contesto storico e geografico che li caratterizza. Nello specifico, viene individuato quale fattore distintivo la composizione dell'organo di autogoverno che, a seconda del Paese, spazia dall’esclusività dei magistrati, a sistemi di maggioranza o ancora alla partecipazione di membri politici. Il saggio affronta poi il tema della responsabilità dei giudici: alcune costituzioni escludono quasi del tutto forme di responsabilità, mentre altre ne elaborano di sofisticate. Infine, si riscontra la rilevanza di diverse disposizioni costituzionali che tutelano l’indipendenza dei singoli giudici, tra le più frequenti il divieto di essere membri di un partito o movimento politico durante la carica. L’analisi si conclude sottolineando l’importanza di un esame accurato dell’attuazione legislativa delle disposizioni costituzionali, oltre che degli atti amministrativi e della prassi consolidata. A riguardo vengono menzionate alcune vicende rilevanti, in particolare casi di Paesi dell’Est Europa e dell’Italia.