Il contributo mira a descrivere l’evoluzione dell’offerta ospedaliera nazionale, tramite le principali specialità medico-chirurgiche, e delle attività ospedaliere. Per il periodo pre-pandemico (2010-2019), ne sono ricostruiti i trend di consistenza e concentrazione, saturazione e case mix, adottando un approccio quantitativo descrittivo. Con riferimento al periodo pandemico (2020), l’obiettivo è ricostruire gli interventi emergenziali di riorganizzazione, identificare le discontinuità e le prospettive, attraverso tre approfondimenti regionali che ripercorrono la normativa sulla riorganizzazione della rete di offerta, seguita da interviste semi-strutturate a key opinion leader della programmazione ospedaliera regionale. I dati evidenziano la crescita dimensionale degli stabilimenti rimasti attivi e la maggiore specializzazione dei piccoli ospedali, soprattutto privati. Infine, prosegue la de-ospedalizzazione di molte patologie a presa in carico territoriale. Alla vigilia della pandemia, però, emergevano alcune criticità: l’elevata saturazione dei reparti delle specialità mediche; l’utilizzo sub-ottimale dei reparti delle discipline chirurgiche; la ridotta dimensione media dei reparti, soprattutto delle chirurgie specialistiche; la difficoltà nel diminuire le unità operative, soprattutto chirurgiche, negli ospedali rimasti attivi; gli aumenti dei volumi di prestazioni, in ambito pneumologico, di protesica maggiore, e le setticemie. Già prima del 2020 si riscontrano alcune risposte: un rallentamento della diminuzione di posti letto di Medicina Generale e un’accelerazione della riduzione di quelli di Chirurgia Generale; la concentrazione dei posti letto diurni ancora attivi nel sistema in reparti ad hoc e la diffusione di esperienze di day e week surgery; lo spostamento sul territorio dei pazienti con problematiche croniche, geriatriche e riabilitative. Con il Covid-19, si è confermata, pur in assenza di una specifica programmazione, la riduzione dell’offerta chirurgica a favore di quella medica; si è rafforzata la consapevolezza di dover filtrare l’accesso all’ospedale; si è fatto maggiore ricorso al modello Hub & Spoke, con una maggiore integrazione del privato accreditato; si sono rafforzate le tendenze alla multidisciplinarietà, multiprofessionalità e alle logiche per intensità di cura.
Configurazione dell'offerta ospedaliera nazionale: dinamiche evolutive e rimodulazioni delle principali specialità medico-chirurgiche
Buongiorno Sottoriva, Claudio;Furnari, Alessandro
;Ricci, Alberto
2021
Abstract
Il contributo mira a descrivere l’evoluzione dell’offerta ospedaliera nazionale, tramite le principali specialità medico-chirurgiche, e delle attività ospedaliere. Per il periodo pre-pandemico (2010-2019), ne sono ricostruiti i trend di consistenza e concentrazione, saturazione e case mix, adottando un approccio quantitativo descrittivo. Con riferimento al periodo pandemico (2020), l’obiettivo è ricostruire gli interventi emergenziali di riorganizzazione, identificare le discontinuità e le prospettive, attraverso tre approfondimenti regionali che ripercorrono la normativa sulla riorganizzazione della rete di offerta, seguita da interviste semi-strutturate a key opinion leader della programmazione ospedaliera regionale. I dati evidenziano la crescita dimensionale degli stabilimenti rimasti attivi e la maggiore specializzazione dei piccoli ospedali, soprattutto privati. Infine, prosegue la de-ospedalizzazione di molte patologie a presa in carico territoriale. Alla vigilia della pandemia, però, emergevano alcune criticità: l’elevata saturazione dei reparti delle specialità mediche; l’utilizzo sub-ottimale dei reparti delle discipline chirurgiche; la ridotta dimensione media dei reparti, soprattutto delle chirurgie specialistiche; la difficoltà nel diminuire le unità operative, soprattutto chirurgiche, negli ospedali rimasti attivi; gli aumenti dei volumi di prestazioni, in ambito pneumologico, di protesica maggiore, e le setticemie. Già prima del 2020 si riscontrano alcune risposte: un rallentamento della diminuzione di posti letto di Medicina Generale e un’accelerazione della riduzione di quelli di Chirurgia Generale; la concentrazione dei posti letto diurni ancora attivi nel sistema in reparti ad hoc e la diffusione di esperienze di day e week surgery; lo spostamento sul territorio dei pazienti con problematiche croniche, geriatriche e riabilitative. Con il Covid-19, si è confermata, pur in assenza di una specifica programmazione, la riduzione dell’offerta chirurgica a favore di quella medica; si è rafforzata la consapevolezza di dover filtrare l’accesso all’ospedale; si è fatto maggiore ricorso al modello Hub & Spoke, con una maggiore integrazione del privato accreditato; si sono rafforzate le tendenze alla multidisciplinarietà, multiprofessionalità e alle logiche per intensità di cura.File | Dimensione | Formato | |
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