A partire dalla rivoluzione industriale, il tasso di crescita del reddito è aumentato ad una velocità senza precedenti. Questa crescita tuttavia non è stata indolore. In primo luogo ha comportato un consumo delle risorse del pianeta via via divenuto sempre meno sostenibile. Ciò è avvenuto depredando a solo scopo di lucro e a vantaggio di pochi le risorse appartenenti all’intera umanità e distruggendo a poco a poco, ma in modo che può diventare irreversibile, la casa comune di tutti. A fronte di questi fatti, aumenta in modo consistente la responsabilità dell'impresa. Ogni azienda incarna in sé l’etica delle persone che ne fanno parte e della società in cui opera. Il problema è che la concezione prevalente fa sì che l’impresa venga vista principalmente come strumento per soddisfare le finalità di qualcuno, in particolare degli azionisti e dei manager. Questa idea d’impresa è inaccettabile sul piano morale ed è anche sbagliata sul piano concettuale. L’impresa non è una macchina nelle mani di qualcuno. Essa non è neppure un insieme di contratti che gli individui stipulano tra loro per raggiungere meglio i propri obiettivi e neanche un insieme d’interessi di stakeholder. L’impresa è molto di più, è una comunità, vale a dire un complesso di relazioni sociali tra persone, che decidono certamente di perseguire insieme alcuni interessi, ma che soprattutto condividono il tempo, scambiano le idee, progettano il futuro, agiscono in modo coordinato, lottano per raggiungere obiettivi comuni, si aiutano a vicenda, cercano di realizzare un fine attraverso la produzione e gli scambi con il mercato.

Una concezione d’impresa per la sostenibilità

Vicari, Salvatore
2019

Abstract

A partire dalla rivoluzione industriale, il tasso di crescita del reddito è aumentato ad una velocità senza precedenti. Questa crescita tuttavia non è stata indolore. In primo luogo ha comportato un consumo delle risorse del pianeta via via divenuto sempre meno sostenibile. Ciò è avvenuto depredando a solo scopo di lucro e a vantaggio di pochi le risorse appartenenti all’intera umanità e distruggendo a poco a poco, ma in modo che può diventare irreversibile, la casa comune di tutti. A fronte di questi fatti, aumenta in modo consistente la responsabilità dell'impresa. Ogni azienda incarna in sé l’etica delle persone che ne fanno parte e della società in cui opera. Il problema è che la concezione prevalente fa sì che l’impresa venga vista principalmente come strumento per soddisfare le finalità di qualcuno, in particolare degli azionisti e dei manager. Questa idea d’impresa è inaccettabile sul piano morale ed è anche sbagliata sul piano concettuale. L’impresa non è una macchina nelle mani di qualcuno. Essa non è neppure un insieme di contratti che gli individui stipulano tra loro per raggiungere meglio i propri obiettivi e neanche un insieme d’interessi di stakeholder. L’impresa è molto di più, è una comunità, vale a dire un complesso di relazioni sociali tra persone, che decidono certamente di perseguire insieme alcuni interessi, ma che soprattutto condividono il tempo, scambiano le idee, progettano il futuro, agiscono in modo coordinato, lottano per raggiungere obiettivi comuni, si aiutano a vicenda, cercano di realizzare un fine attraverso la produzione e gli scambi con il mercato.
2019
9788823851634
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I territori della sostenibilità
Vicari, Salvatore
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