Il capitolo illustra i dati relativi al finanziamento, alla spesa sanitaria e ai risultati d’esercizio del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano, integrandoli con un confronto internazionale e con approfondimenti regionali. Le evidenze mostrano che, nel panorama internazionale, l’Italia registra una spesa sanitaria contenuta e con una copertura pubblica del 73,9%, nella media dei Paesi europei, ma in lieve diminuzione. A differenza di quanto avviene nella maggior parte di tali Paesi, però, la componente privata è prevalentemente out-of-pocket (circa il 23% del della spesa totale), mentre è ancora marginale il ricorso a forme assicurative complementari. A livello nazionale, nel 2018 la spesa sanitaria corrente a carico del SSN è aumentata dell’1,2% rispetto al 2017, attestandosi su un valore di circa 119,1 miliardi di euro. Concause dell’aumento della spesa rispetto all’anno precedente sono la crescita delle voci relative all’acquisto di beni e servizi (+1,9%), alla specialistica convenzionata (+1,9%) e ad altra assistenza convenzionata (+1,7%). Come negli ultimi anni, anche nel 2018 si registra un tendenziale orientamento al pareggio, con disavanzi modesti (149 milioni nel 2018). Tale evidenza, apparente sintomo di un sistema economicamente sano, assume connotati più critici se inquadrata in relazione all’economia nel suo complesso oppure se declinata a livello regionale e aziendale. Infatti, anche nel 2018 diminuisce l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL nazionale, tendenza non compensata da speculari movimenti nella spesa privata. Questo segnale testimonia la capacità del nostro SSN di non sforare in modo consistente la disponibilità di risorse complessive, ma è anche un segnale dissonante rispetto alle aspettative che si avrebbero guardando l’andamento delle determinanti del fabbisogno sanitario. La motivazione principale è da ricondurre ai sistemi di determinazione del finanziamento e di gestione del riparto, ad oggi ancora legati a logiche di tetto o di spesa storica e associati a meccanismi incentivanti (o vincolanti) sul rispetto delle cifre stanziate. In questo modo, si aumenta senz’altro la prevedibilità economico-finanziaria della spesa ma si perde la qualità di riflettere il fabbisogno in fase di assegnazione, generando, pertanto, difficoltà e disuguaglianze nell’organizzazione dell’assistenza. Le politiche relative allo sblocco del turnover del personale insieme alla decisione programmatica di finanziare in futuro solo in modo residuale la farmaceutica attraverso i tetti rappresentano però un segnale incoraggiante sulla comprensione della necessità di arrivare gradualmente ad un sistema basato sul fabbisogno.
La spesa sanitaria: composizione ed evoluzione
Patrizio Armeni;Arianna Bertolani;Ludovica Borsoi;Francesco Costa
2019
Abstract
Il capitolo illustra i dati relativi al finanziamento, alla spesa sanitaria e ai risultati d’esercizio del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano, integrandoli con un confronto internazionale e con approfondimenti regionali. Le evidenze mostrano che, nel panorama internazionale, l’Italia registra una spesa sanitaria contenuta e con una copertura pubblica del 73,9%, nella media dei Paesi europei, ma in lieve diminuzione. A differenza di quanto avviene nella maggior parte di tali Paesi, però, la componente privata è prevalentemente out-of-pocket (circa il 23% del della spesa totale), mentre è ancora marginale il ricorso a forme assicurative complementari. A livello nazionale, nel 2018 la spesa sanitaria corrente a carico del SSN è aumentata dell’1,2% rispetto al 2017, attestandosi su un valore di circa 119,1 miliardi di euro. Concause dell’aumento della spesa rispetto all’anno precedente sono la crescita delle voci relative all’acquisto di beni e servizi (+1,9%), alla specialistica convenzionata (+1,9%) e ad altra assistenza convenzionata (+1,7%). Come negli ultimi anni, anche nel 2018 si registra un tendenziale orientamento al pareggio, con disavanzi modesti (149 milioni nel 2018). Tale evidenza, apparente sintomo di un sistema economicamente sano, assume connotati più critici se inquadrata in relazione all’economia nel suo complesso oppure se declinata a livello regionale e aziendale. Infatti, anche nel 2018 diminuisce l’incidenza della spesa sanitaria pubblica sul PIL nazionale, tendenza non compensata da speculari movimenti nella spesa privata. Questo segnale testimonia la capacità del nostro SSN di non sforare in modo consistente la disponibilità di risorse complessive, ma è anche un segnale dissonante rispetto alle aspettative che si avrebbero guardando l’andamento delle determinanti del fabbisogno sanitario. La motivazione principale è da ricondurre ai sistemi di determinazione del finanziamento e di gestione del riparto, ad oggi ancora legati a logiche di tetto o di spesa storica e associati a meccanismi incentivanti (o vincolanti) sul rispetto delle cifre stanziate. In questo modo, si aumenta senz’altro la prevedibilità economico-finanziaria della spesa ma si perde la qualità di riflettere il fabbisogno in fase di assegnazione, generando, pertanto, difficoltà e disuguaglianze nell’organizzazione dell’assistenza. Le politiche relative allo sblocco del turnover del personale insieme alla decisione programmatica di finanziare in futuro solo in modo residuale la farmaceutica attraverso i tetti rappresentano però un segnale incoraggiante sulla comprensione della necessità di arrivare gradualmente ad un sistema basato sul fabbisogno.File | Dimensione | Formato | |
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