A partire dagli anni ’80 è stata più volte annunciata la crisi del Welfare State. Negli ultimi anni la necessità di una riduzione dell’intervento statale è stata sostenuta recuperando uno dei temi classici della teoria delle imposte: l’incidenza. Nella sua forma base l’argomento è il seguente: la mobilità del capitale e degli individui più produttivi fa sì che questi riescano a traslare le imposte sui fattori meno mobili internazionalmente, in primis il lavoro. La funzione redistributiva dello Stato Sociale trova quindi nell’incidenza delle imposte un limite fondamentale. Questo tipo di argomentazioni recuperano, in un contesto economico profondamente mutato, le conclusioni dell’economia classica. La teoria della distribuzione classica implica l’incidenza delle imposte sui profitti, la non efficacia di politiche redistributive che mirino all’innalzamento dei salari e la necessità di contenere per quanto possibile le spese pubbliche per evitare effetti negativi sulla crescita. Seguendo l’impostazione di Artoni nel Dizionario del 1982 in questo saggio ripercorriamo gli sviluppi della teoria dell’incidenza distinguendo tre fasi: quella dell’economia classica in cui l’incidenza gioca il ruolo di limite alla redistribuzione e alla crescita del settore pubblico; quella della teoria neoclassica, che consente al contrario di concepire politiche redistributive ed infine quella del ritorno di tesi classiche con lo svilupparsi negli anni ’90 della teoria della tassazione in ambito internazionale. Prenderemo poi in considerazione la tesi secondo cui l’integrazione internazionale dei mercati riduce le possibilità di redistribuzione e produce un inevitabile ridimensionamento della spesa sociale. Gli scritti di Artoni forniscono le chiavi interpretative fondamentali per individuare i limiti di tale posizione e per interpretare correttamente l’evoluzione dell’intervento pubblico e del quadro macroeconomico dei Paesi industrializzati. In particolare Artoni chiarisce due elementi a nostro avviso cruciali per comprendere ruolo ed effetti dello Stato Sociale: Il primo è che gran parte della spesa sociale non ha un contenuto redistributivo ma rappresenta una forma di assicurazione contro i rischi dell’esistenza. Il secondo riguarda il fatto che anche i costi della assicurazioni private incidono sul costo del lavoro delle imprese tanto quanto i contributi sociali. Avendo evidenziato che anche la spesa privata contribuisce allo Stato Sociale termineremo affrontando il tema delle agevolazioni fiscali al settore non-profit.

L'incidenza delle imposte e i limiti all'intervento pubblico

ARACHI, GIAMPAOLO;FIORIO, CARLO;MICHELETTO, LUCA
2012

Abstract

A partire dagli anni ’80 è stata più volte annunciata la crisi del Welfare State. Negli ultimi anni la necessità di una riduzione dell’intervento statale è stata sostenuta recuperando uno dei temi classici della teoria delle imposte: l’incidenza. Nella sua forma base l’argomento è il seguente: la mobilità del capitale e degli individui più produttivi fa sì che questi riescano a traslare le imposte sui fattori meno mobili internazionalmente, in primis il lavoro. La funzione redistributiva dello Stato Sociale trova quindi nell’incidenza delle imposte un limite fondamentale. Questo tipo di argomentazioni recuperano, in un contesto economico profondamente mutato, le conclusioni dell’economia classica. La teoria della distribuzione classica implica l’incidenza delle imposte sui profitti, la non efficacia di politiche redistributive che mirino all’innalzamento dei salari e la necessità di contenere per quanto possibile le spese pubbliche per evitare effetti negativi sulla crescita. Seguendo l’impostazione di Artoni nel Dizionario del 1982 in questo saggio ripercorriamo gli sviluppi della teoria dell’incidenza distinguendo tre fasi: quella dell’economia classica in cui l’incidenza gioca il ruolo di limite alla redistribuzione e alla crescita del settore pubblico; quella della teoria neoclassica, che consente al contrario di concepire politiche redistributive ed infine quella del ritorno di tesi classiche con lo svilupparsi negli anni ’90 della teoria della tassazione in ambito internazionale. Prenderemo poi in considerazione la tesi secondo cui l’integrazione internazionale dei mercati riduce le possibilità di redistribuzione e produce un inevitabile ridimensionamento della spesa sociale. Gli scritti di Artoni forniscono le chiavi interpretative fondamentali per individuare i limiti di tale posizione e per interpretare correttamente l’evoluzione dell’intervento pubblico e del quadro macroeconomico dei Paesi industrializzati. In particolare Artoni chiarisce due elementi a nostro avviso cruciali per comprendere ruolo ed effetti dello Stato Sociale: Il primo è che gran parte della spesa sociale non ha un contenuto redistributivo ma rappresenta una forma di assicurazione contro i rischi dell’esistenza. Il secondo riguarda il fatto che anche i costi della assicurazioni private incidono sul costo del lavoro delle imprese tanto quanto i contributi sociali. Avendo evidenziato che anche la spesa privata contribuisce allo Stato Sociale termineremo affrontando il tema delle agevolazioni fiscali al settore non-profit.
2012
9788815238603
Arachi G., Casarico A., Ceriani L., Devillanova C., Fumagalli C., Profeta P., Zanardi A.
Economia pubblica e istituzioni
Arachi, Giampaolo; Boffano, B.; Fiorio, Carlo; Micheletto, Luca
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11565/3800698
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