Per comprendere meglio il ruolo dell’analisi economica, conviene riferirsi al quadro concettuale elaborato nell’ambito dei documenti predisposti per l’attuazione della Dir. 2000/60 (gruppo WATECO). Sostanzialmente, l’analisi economica interviene a supporto del processo di pianificazione in diversi momenti: 1) Nell’elaborazione del quadro conoscitivo: a) Analisi economica degli usi: si tratta di caratterizzare le diverse “funzioni ambientali” che la collettività associa ai diversi corpi idrici, selezionando gli indicatori (monetari e non) che ne descrivano il “valore” per la collettività; b) Analisi delle tendenze a medio-lungo termine dei principali fattori di pressione, dai quali si origina la domanda di “funzioni ambientali”. 2) Nell’analisi dei costi diretti e indiretti connessi con le azioni di piano e dei relativi impatti distributivi e allocativi: a) Analisi delle modalità di copertura dei costi dei servizi idrici e degli usi dell’acqua: si tratta qui di comprendere come sono ripartiti i costi (industriali e ambientali) che la collettività sostiene per garantire le diverse funzioni ambientali; b) Effetto dell’introduzione del “full-cost recovery” sulla domanda per le diverse funzioni ambientali e sull’accessibilità dell’acqua per i diversi utilizzatori; c) Analisi dei costi delle misure infrastrutturali aggiuntive; d) Analisi dei costi delle misure non strutturali (che mirano a una riduzione dei fattori di pressione). 3) Nella valutazione economica delle misure di politica idrica a) Analisi costi-efficacia delle misure per garantire le funzioni ambientali giudicate “irrinunciabili” e poste come vincolo minimo; b) Analisi costi-efficacia riferita agli obiettivi minimi (es. raggiungimento del livello “buono” al 2016 per tutti i corpi idrici superficiali): l’obiettivo è quello di confrontare fra loro le diverse azioni in modo da minimizzare il costo complessivo; c) Individuazione delle situazioni in cui l’elevata compromissione di origine naturale o antropica rende “troppo costoso” il raggiungimento degli obiettivi minimi nei tempi stabiliti; d) Analisi costi-benefici dell’introduzione di ulteriori funzioni ambientali oltre a quelle minime, in relazione alle misure alternative; e) Valutazione dei benefici aggiuntivi correlati a destinazioni d’uso più esigenti (es. balneazione). 4) Nel supporto ai processi decisionali partecipativi: a) Implementazione degli indicatori di valutazione economica nel processo decisionale (es. VALSAT); b) Definizione di schemi istituzionali, meccanismi operativi e di sistemi di supporto della partecipazione. E’ fondamentale comprendere che questi diversi obiettivi dell’analisi economica sono fra loro correlati e connessi logicamente. In particolare, è fondamentale rendersi conto che l’obiettivo principale è quello di supportare la scelta del mix di politiche socialmente ottimale, e favorire l’acquisizione del consenso politico alla decisione. Rispetto alle politiche idriche più tradizionali (fondamentalmente infrastrutturali, e con un costo che veniva posto in gran parte a carico della collettività), quelle sottese dal Dlgs 152/99 (e dalla Dir. 2000/60, di cui esso è in parte attuazione) si caratterizzano per una discrezionalità politica, per gradi di libertà delle scelte più elevati, e per una ripartizione dei costi e dei benefici molto eterogenea fra le diverse aree territoriali, categorie sociali, tipologie di usi dell’acqua. Proprio per questo motivo, è bene sottolineare l’importanza di valorizzare l’analisi economica soprattutto nel suo essere funzionale alla chiarificazione di questi 7 fenomeni in vista di un confronto fra i diversi stakeholder nella logica di una politica idrica di tipo partecipato. L’ottimalità delle scelte non può essere valutata solo secondo il metro dell’efficienza complessiva (costi totali vs benefici totali) ma anche secondo quello dell’equità della ripartizione del costo fra i diversi stakeholder. Il presente studio è così strutturato: - Il cap. 2 è metodologico e affronta l’analisi del valore dell’acqua con riferimento ai principali usi idroesigenti, e del costo dei servizi idrici e delle modalità di copertura / finanziamento dei costi. - Il cap. 3 (empirico) presenta una descrizione socio-economica dei sistemi agricolo, industriale e idroelettrico nonché di 2 ATO (ambiti territoriali ottimali) nel Bacino del Tevere, nonché una prima applicazione di metodologie di analisi del valore dell’acqua agli usi irrigui, industriali, idroelettrici e civili. - In allegato è possibile consultare le schede (20: una per il Bacino e una per ogni Unità di gestione del bilancio idrico in cui è stato suddiviso il Bacino del Tevere) contenenti dati descrittivi derivanti dai censimenti, elaborazioni condotte dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, e dati economici derivanti da nostre elaborazioni.
Analisi economica a supporto del Piano della risorsa idrica dell’Autorità di bacino del fiume Tevere
FREY, MARCO;MASSARUTTO, ANTONIO;DE CARLI, ALESSANDRO;PACCAGNAN, VANIA;VERGA, VALERIA
2005
Abstract
Per comprendere meglio il ruolo dell’analisi economica, conviene riferirsi al quadro concettuale elaborato nell’ambito dei documenti predisposti per l’attuazione della Dir. 2000/60 (gruppo WATECO). Sostanzialmente, l’analisi economica interviene a supporto del processo di pianificazione in diversi momenti: 1) Nell’elaborazione del quadro conoscitivo: a) Analisi economica degli usi: si tratta di caratterizzare le diverse “funzioni ambientali” che la collettività associa ai diversi corpi idrici, selezionando gli indicatori (monetari e non) che ne descrivano il “valore” per la collettività; b) Analisi delle tendenze a medio-lungo termine dei principali fattori di pressione, dai quali si origina la domanda di “funzioni ambientali”. 2) Nell’analisi dei costi diretti e indiretti connessi con le azioni di piano e dei relativi impatti distributivi e allocativi: a) Analisi delle modalità di copertura dei costi dei servizi idrici e degli usi dell’acqua: si tratta qui di comprendere come sono ripartiti i costi (industriali e ambientali) che la collettività sostiene per garantire le diverse funzioni ambientali; b) Effetto dell’introduzione del “full-cost recovery” sulla domanda per le diverse funzioni ambientali e sull’accessibilità dell’acqua per i diversi utilizzatori; c) Analisi dei costi delle misure infrastrutturali aggiuntive; d) Analisi dei costi delle misure non strutturali (che mirano a una riduzione dei fattori di pressione). 3) Nella valutazione economica delle misure di politica idrica a) Analisi costi-efficacia delle misure per garantire le funzioni ambientali giudicate “irrinunciabili” e poste come vincolo minimo; b) Analisi costi-efficacia riferita agli obiettivi minimi (es. raggiungimento del livello “buono” al 2016 per tutti i corpi idrici superficiali): l’obiettivo è quello di confrontare fra loro le diverse azioni in modo da minimizzare il costo complessivo; c) Individuazione delle situazioni in cui l’elevata compromissione di origine naturale o antropica rende “troppo costoso” il raggiungimento degli obiettivi minimi nei tempi stabiliti; d) Analisi costi-benefici dell’introduzione di ulteriori funzioni ambientali oltre a quelle minime, in relazione alle misure alternative; e) Valutazione dei benefici aggiuntivi correlati a destinazioni d’uso più esigenti (es. balneazione). 4) Nel supporto ai processi decisionali partecipativi: a) Implementazione degli indicatori di valutazione economica nel processo decisionale (es. VALSAT); b) Definizione di schemi istituzionali, meccanismi operativi e di sistemi di supporto della partecipazione. E’ fondamentale comprendere che questi diversi obiettivi dell’analisi economica sono fra loro correlati e connessi logicamente. In particolare, è fondamentale rendersi conto che l’obiettivo principale è quello di supportare la scelta del mix di politiche socialmente ottimale, e favorire l’acquisizione del consenso politico alla decisione. Rispetto alle politiche idriche più tradizionali (fondamentalmente infrastrutturali, e con un costo che veniva posto in gran parte a carico della collettività), quelle sottese dal Dlgs 152/99 (e dalla Dir. 2000/60, di cui esso è in parte attuazione) si caratterizzano per una discrezionalità politica, per gradi di libertà delle scelte più elevati, e per una ripartizione dei costi e dei benefici molto eterogenea fra le diverse aree territoriali, categorie sociali, tipologie di usi dell’acqua. Proprio per questo motivo, è bene sottolineare l’importanza di valorizzare l’analisi economica soprattutto nel suo essere funzionale alla chiarificazione di questi 7 fenomeni in vista di un confronto fra i diversi stakeholder nella logica di una politica idrica di tipo partecipato. L’ottimalità delle scelte non può essere valutata solo secondo il metro dell’efficienza complessiva (costi totali vs benefici totali) ma anche secondo quello dell’equità della ripartizione del costo fra i diversi stakeholder. Il presente studio è così strutturato: - Il cap. 2 è metodologico e affronta l’analisi del valore dell’acqua con riferimento ai principali usi idroesigenti, e del costo dei servizi idrici e delle modalità di copertura / finanziamento dei costi. - Il cap. 3 (empirico) presenta una descrizione socio-economica dei sistemi agricolo, industriale e idroelettrico nonché di 2 ATO (ambiti territoriali ottimali) nel Bacino del Tevere, nonché una prima applicazione di metodologie di analisi del valore dell’acqua agli usi irrigui, industriali, idroelettrici e civili. - In allegato è possibile consultare le schede (20: una per il Bacino e una per ogni Unità di gestione del bilancio idrico in cui è stato suddiviso il Bacino del Tevere) contenenti dati descrittivi derivanti dai censimenti, elaborazioni condotte dall’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, e dati economici derivanti da nostre elaborazioni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.