In linea generale si può ritenere che il pluralismo scientifico, o la libertà di ricerca, sia una componente essenziale del processo di crescita delle conoscenze. Là dove, come accade nella sfera umanistico-sociale, e quindi anche in economia politica, le discipline non accumulano verità per larga parte inconfutabili, ma sviluppano o articolano visioni del funzionamento della società, il pluralismo è una condizione essenziale per un’analisi non dogmatica e non ideologicamente deformata della realtà. Questo contributo discute tre problemi interrelati. Nell’ambito dell’economia politica una visione monistica è in linea generale giustificata per qualità, significatività e robustezza dei risultati riconducibili alla linea teorica dominante? Si può pensare che i meccanismi di valutazione fondati essenzialmente su pubblicazioni di articoli in riviste opportunamente ordinate, siano portatori di una visione monistica della ricerca economica e, quindi, radicalmente incompatibili con una scelta pluralistica? E’ ragionevole ritenere che un’impostazione unilaterale della ricerca produca effetti particolarmente negativi negli ambienti periferici? Ponendomi questi interrogativi, non voglio certo disconoscere che meccanismi bibliometrici di valutazione in economia, come in altre discipline, possano avere una loro circoscritta utilità o sostenere che per l’economia non debbano essere definiti appropriati criteri di individuazione della ricerca rilevante. Il problema è a mio giudizio riconducibile alla necessità di rispettare, nella valutazione, le peculiarità e le articolazioni disciplinari.
Valutazione della ricerca e pluralismo in economia politica
ARTONI, ROBERTO
2007
Abstract
In linea generale si può ritenere che il pluralismo scientifico, o la libertà di ricerca, sia una componente essenziale del processo di crescita delle conoscenze. Là dove, come accade nella sfera umanistico-sociale, e quindi anche in economia politica, le discipline non accumulano verità per larga parte inconfutabili, ma sviluppano o articolano visioni del funzionamento della società, il pluralismo è una condizione essenziale per un’analisi non dogmatica e non ideologicamente deformata della realtà. Questo contributo discute tre problemi interrelati. Nell’ambito dell’economia politica una visione monistica è in linea generale giustificata per qualità, significatività e robustezza dei risultati riconducibili alla linea teorica dominante? Si può pensare che i meccanismi di valutazione fondati essenzialmente su pubblicazioni di articoli in riviste opportunamente ordinate, siano portatori di una visione monistica della ricerca economica e, quindi, radicalmente incompatibili con una scelta pluralistica? E’ ragionevole ritenere che un’impostazione unilaterale della ricerca produca effetti particolarmente negativi negli ambienti periferici? Ponendomi questi interrogativi, non voglio certo disconoscere che meccanismi bibliometrici di valutazione in economia, come in altre discipline, possano avere una loro circoscritta utilità o sostenere che per l’economia non debbano essere definiti appropriati criteri di individuazione della ricerca rilevante. Il problema è a mio giudizio riconducibile alla necessità di rispettare, nella valutazione, le peculiarità e le articolazioni disciplinari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.