La disciplina delle offerte pubbliche di acquisto rappresenta, in ciascuno dei contesti geografici di seguito esaminati, il prodotto «di una complessa mediazione fra una pluralità di interessi configgenti e però tutti, nessuno escluso, in qualche misura meritevoli di tutela». Di qui un quadro geografico articolato, purtuttavia riconducibile ad una summa divisio, anzitutto tra ordinamenti con opa obbligatoria e con opa eventuale: da un lato, quelli che considerano l’opa come un’opportunità e la incoraggiano; dall’altro lato, quelli che vedono la medesima come un rischio e in ogni modo la arginano. Tratteggiati i lineamenti essenziali di alcuni modelli, il presente contributo si prefigge di applicare il metodo comparato alla disamina dei singoli ordinamenti; quindi — andando oltre la mera esposizione dettagliata del l’istituto, declinato a livello nazionale — di individuare, tra i vari passaggi del procedimento di opa, una serie di momenti-chiave meritevoli di confronto, onde comprendere l’efficacia delle scelte compiute dai singoli legislatori nazionali, come pure di guardare da una prospettiva nuova alla disciplina in oggetto. Nello specifico, si sono qui sviluppate selettivamente quelle questioni che garantiscono una autentica comparazione tra sistemi, dacché si caratterizzano per un sostrato autenticamente comune, tralasciando invece aspetti pur rilevanti della materia in cui l’armonizzazione delle norme appare decisamente limitata, come, ad esempio, le conseguenze in punto di responsabilità derivanti dalla pubblicazione di informazioni non veritiere, in quanto esse risultano marcatamente differenti nei vari Paesi europei, comportando quindi un diverso livello di tutela per gli investitori, oppure la violazione dell’obbligo di offerta.
Le OPA in una prospettiva comparata: confronto tra alcuni modelli stranieri
Passador, Maria Lucia
2024
Abstract
La disciplina delle offerte pubbliche di acquisto rappresenta, in ciascuno dei contesti geografici di seguito esaminati, il prodotto «di una complessa mediazione fra una pluralità di interessi configgenti e però tutti, nessuno escluso, in qualche misura meritevoli di tutela». Di qui un quadro geografico articolato, purtuttavia riconducibile ad una summa divisio, anzitutto tra ordinamenti con opa obbligatoria e con opa eventuale: da un lato, quelli che considerano l’opa come un’opportunità e la incoraggiano; dall’altro lato, quelli che vedono la medesima come un rischio e in ogni modo la arginano. Tratteggiati i lineamenti essenziali di alcuni modelli, il presente contributo si prefigge di applicare il metodo comparato alla disamina dei singoli ordinamenti; quindi — andando oltre la mera esposizione dettagliata del l’istituto, declinato a livello nazionale — di individuare, tra i vari passaggi del procedimento di opa, una serie di momenti-chiave meritevoli di confronto, onde comprendere l’efficacia delle scelte compiute dai singoli legislatori nazionali, come pure di guardare da una prospettiva nuova alla disciplina in oggetto. Nello specifico, si sono qui sviluppate selettivamente quelle questioni che garantiscono una autentica comparazione tra sistemi, dacché si caratterizzano per un sostrato autenticamente comune, tralasciando invece aspetti pur rilevanti della materia in cui l’armonizzazione delle norme appare decisamente limitata, come, ad esempio, le conseguenze in punto di responsabilità derivanti dalla pubblicazione di informazioni non veritiere, in quanto esse risultano marcatamente differenti nei vari Paesi europei, comportando quindi un diverso livello di tutela per gli investitori, oppure la violazione dell’obbligo di offerta.File | Dimensione | Formato | |
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