Il presente studio ha anzitutto lo scopo di descrivere quella che, alla luce dell’osservazione giurisprudenziale e dell’attività dell’Arbitro Bancario Finanziario, pare essere una prassi diffusa nell’operatività delle imprese del credito, vale a dire quella di ottenere in fase di conclusione del contratto, e mantenere nel corso del rapporto, strumenti di garanzia della propria posizione creditoria obbiettivamente eccessivi e financo sovrabbondanti rispetto alle esigenze di cautela del finanziamento erogato. La prassi in discorso merita di essere studiata in considerazione dei significativi riflessi di inefficienza che essa determina per un corretto sviluppo mercato del credito, e tuttavia la stessa è oggetto di sporadica attenzione da parte della dottrina. Invero, il carattere multiforme di tale prassi ha portato sia la giurisprudenza richiesta di vagliare la legittimità della condotta tenuta dalla banca, che la rara dottrina che si è occupata del tema, a concentrare la propria attenzione sulle norme speciali che regolano le varie figure di garanzia che di volta in volta vengono in rilievo; norme spesso ispirate al noto principio di indivisibilità delle garanzie reali, di cui agli artt. 2799 e 2809 del codice civile, e che non sempre paiono realizzare un equilibrato contemperamento degli interessi contrapposti nel segno di una configurazione efficiente degli strumenti negoziali di garanzia del credito. Una rivalutazione della portata e dei limiti del principio di indivisibilità, unita a una maggiore considerazione verso l’emergente (e per certi versi contrapposto) principio di proporzionalità tra valore del credito e valore della garanzia, sembrano tuttavia imporsi all’interprete alla luce delle moderne esigenze dei traffici, sicché due serie disciplinari tradizionalmente considerate eccezionali rispetto al precetto dell’indivisibilità, vale a dire le disposizioni sulla riduzione dell’ipoteca e le norme che regolano il funzionamento del pegno nell’anticipazione bancaria, sottraggono “terreno” al principio di indivisibilità e si propongono come possibili soluzioni più equilibrate del conflitto tra le due parti del rapporto di credito, quantomeno in determinate fattispecie di eccesso di garanzia, coerentemente all’accoglimento in materia del principio di proporzionalità tra valore del credito e valore della garanzia, di cui tali discipline possono reputarsi diretta espressione.
Eccesso di cautela nel credito bancario tra indivisibilità delle garanzie reali e principio di proporzionalità
MAGER, ALBERTO
2024
Abstract
Il presente studio ha anzitutto lo scopo di descrivere quella che, alla luce dell’osservazione giurisprudenziale e dell’attività dell’Arbitro Bancario Finanziario, pare essere una prassi diffusa nell’operatività delle imprese del credito, vale a dire quella di ottenere in fase di conclusione del contratto, e mantenere nel corso del rapporto, strumenti di garanzia della propria posizione creditoria obbiettivamente eccessivi e financo sovrabbondanti rispetto alle esigenze di cautela del finanziamento erogato. La prassi in discorso merita di essere studiata in considerazione dei significativi riflessi di inefficienza che essa determina per un corretto sviluppo mercato del credito, e tuttavia la stessa è oggetto di sporadica attenzione da parte della dottrina. Invero, il carattere multiforme di tale prassi ha portato sia la giurisprudenza richiesta di vagliare la legittimità della condotta tenuta dalla banca, che la rara dottrina che si è occupata del tema, a concentrare la propria attenzione sulle norme speciali che regolano le varie figure di garanzia che di volta in volta vengono in rilievo; norme spesso ispirate al noto principio di indivisibilità delle garanzie reali, di cui agli artt. 2799 e 2809 del codice civile, e che non sempre paiono realizzare un equilibrato contemperamento degli interessi contrapposti nel segno di una configurazione efficiente degli strumenti negoziali di garanzia del credito. Una rivalutazione della portata e dei limiti del principio di indivisibilità, unita a una maggiore considerazione verso l’emergente (e per certi versi contrapposto) principio di proporzionalità tra valore del credito e valore della garanzia, sembrano tuttavia imporsi all’interprete alla luce delle moderne esigenze dei traffici, sicché due serie disciplinari tradizionalmente considerate eccezionali rispetto al precetto dell’indivisibilità, vale a dire le disposizioni sulla riduzione dell’ipoteca e le norme che regolano il funzionamento del pegno nell’anticipazione bancaria, sottraggono “terreno” al principio di indivisibilità e si propongono come possibili soluzioni più equilibrate del conflitto tra le due parti del rapporto di credito, quantomeno in determinate fattispecie di eccesso di garanzia, coerentemente all’accoglimento in materia del principio di proporzionalità tra valore del credito e valore della garanzia, di cui tali discipline possono reputarsi diretta espressione.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Mager_revised_thesis
Tipologia:
Tesi di dottorato
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