l contributo offre un quadro in ordine alla situazione di impasse in cui versa la retribuzione variabile in Italia e, nel constatare le politiche portate avanti da legislatore e parti sociali in argomento, cerca di identificare soluzioni giuridiche utili all’implementazione della medesima. In prima battuta, pone l’accento sul fenomeno delle “reti di impresa” identificandolo quale terreno fertile per sperimentazioni legate al salario di risultato. In seguito l’attenzione si focalizza su proposte tese ad una ridefinizione fra momento collettivo ed individuale che approdi ad assetti regolatori effettivamente conformi agli interessi del singolo lavoratore. Su questa scia, traendo spunto da alcune buone pratiche messe in atto dalla contrattazione di secondo livello, propone un dialogo tra collettivo ed individuale che porti il lavoratore a scegliere in ordine alla determinazione della parte variabile della remunerazione, ipotizzando anche uno scambio tra la cd. “retribuzione di produttività” ed una maggiore flessibilità organizzativa interna con una eventuale stipulazione delle intese ex art. 8 l. 141/2011.

LO STALLO DEL SALARIO VARIABILE: LE RETI DI IMPRESA ED IL RECUPERO DELL’AUTONOMIA INDIVIDUALE IN FORMA ASSISTITA COME TECNICHE DI IMPLEMENTAZIONE DELLA RETRIBUZIONE DI RISULTATO

silvio sonnati
2015

Abstract

l contributo offre un quadro in ordine alla situazione di impasse in cui versa la retribuzione variabile in Italia e, nel constatare le politiche portate avanti da legislatore e parti sociali in argomento, cerca di identificare soluzioni giuridiche utili all’implementazione della medesima. In prima battuta, pone l’accento sul fenomeno delle “reti di impresa” identificandolo quale terreno fertile per sperimentazioni legate al salario di risultato. In seguito l’attenzione si focalizza su proposte tese ad una ridefinizione fra momento collettivo ed individuale che approdi ad assetti regolatori effettivamente conformi agli interessi del singolo lavoratore. Su questa scia, traendo spunto da alcune buone pratiche messe in atto dalla contrattazione di secondo livello, propone un dialogo tra collettivo ed individuale che porti il lavoratore a scegliere in ordine alla determinazione della parte variabile della remunerazione, ipotizzando anche uno scambio tra la cd. “retribuzione di produttività” ed una maggiore flessibilità organizzativa interna con una eventuale stipulazione delle intese ex art. 8 l. 141/2011.
2015
2015
Sonnati, Silvio
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