Il rinvio pregiudiziale è, come è ben noto, uno strumento cruciale nella prospettiva del diritto UE. Esso consente al diritto UE di essere uniformemente applicato in tutti gli ordinamenti degli Stati membri, e al tempo stesso permette alla Corte di giustizia di governare lo sviluppo di questo diritto, adattandolo alle peculiarità di tutti di questi ordinamenti. Inoltre, questo strumento consente a ciascun giudice – anche al “petit juge” di merito – di interloquire direttamente con la Corte di giustizia, superando le eventuali resistenze dei giudici supremi dei rispettivi ordinamenti alla penetrazione del diritto europeo, come ben mostra il caso Costa Enel, provocato dall’ordinanza di un giudice conciliatore e sfociato poi in una delle sentenze più importanti nella storia del diritto UE. Non solo: nella misura in cui il diritto interpretato dalla Corte di giustizia abbia effetto diretto negli ordinamenti nazionali, anche il petit juge avrà il potere – e anzi, il dovere – di disapplicare il diritto nazionale in contrasto con il diritto dell’Unione, contribuendo così in prima linea ad assicurarne l’effettività in tutti gli Stati membri. I giudici italiani, come è noto, hanno fatto largo uso di questo strumento, e sono oggi tra i più attivi nel sottoporre questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia. Ma come si inserisce la Corte costituzionale in questa, ormai ben consolidata, relazione tra giudici nazionali e Corte di giustizia?
Il rinvio pregiudiziale come strumento di dialogo tra giudice comune, Corte di giustizia e Corte costituzionale
Viganò, Francesco
2023
Abstract
Il rinvio pregiudiziale è, come è ben noto, uno strumento cruciale nella prospettiva del diritto UE. Esso consente al diritto UE di essere uniformemente applicato in tutti gli ordinamenti degli Stati membri, e al tempo stesso permette alla Corte di giustizia di governare lo sviluppo di questo diritto, adattandolo alle peculiarità di tutti di questi ordinamenti. Inoltre, questo strumento consente a ciascun giudice – anche al “petit juge” di merito – di interloquire direttamente con la Corte di giustizia, superando le eventuali resistenze dei giudici supremi dei rispettivi ordinamenti alla penetrazione del diritto europeo, come ben mostra il caso Costa Enel, provocato dall’ordinanza di un giudice conciliatore e sfociato poi in una delle sentenze più importanti nella storia del diritto UE. Non solo: nella misura in cui il diritto interpretato dalla Corte di giustizia abbia effetto diretto negli ordinamenti nazionali, anche il petit juge avrà il potere – e anzi, il dovere – di disapplicare il diritto nazionale in contrasto con il diritto dell’Unione, contribuendo così in prima linea ad assicurarne l’effettività in tutti gli Stati membri. I giudici italiani, come è noto, hanno fatto largo uso di questo strumento, e sono oggi tra i più attivi nel sottoporre questioni pregiudiziali alla Corte di giustizia. Ma come si inserisce la Corte costituzionale in questa, ormai ben consolidata, relazione tra giudici nazionali e Corte di giustizia?File | Dimensione | Formato | |
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