Il capitolo 2 del Rapporto OASI 2023 offre un dettagliato panorama del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, focalizzandosi su aspetti istituzionali, dotazione strutturale, attività e risposta alla domanda di salute, oltre a posizionare il SSN nel contesto internazionale. Le riforme iniziate negli anni ‘90 hanno ridotto il numero di aziende sanitarie territoriali da 197 nel 2001 a 128 nel 2023, con processi di fusione mirati a ottimizzare le dimensioni istituzionali. Recentemente, alcune regioni medio-piccole hanno mostrato un’inversione di tendenza. Anche le Aziende Ospedaliere (AO) sono diminuite da 97 nel 2001 a 42 nel 2023, con l’ultima modifica introdotta nella regione Marche nel 2022. Nel complesso, negli ultimi 20 anni, le dimensioni medie delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) sono considerevolmente aumentate, con una popolazione media di 458.792 utenti a gennaio 2023. In termini strutturali, le esigenze di contenimento della spesa e riqualificazione hanno guidato una razionalizzazione dell’offerta ospedaliera e territoriale, inevitabilmente interrotta o comunque profondamente influenzata dalla pandemia nel biennio 2020-2021. Il Covid-19 ha anche influenzato il personale del SSN, con incrementi tra operatori tecnici e sociosanitari, personale infermieristico, ostetrico e vari professionisti sanitari, mentre i medici hanno registrato un aumento più modesto. Nonostante ciò, i numeri rimangono in diminuzione rispetto a un decennio fa, con particolari carenze di personale infermieristico. Per quanto riguarda le attività di ricovero, l’aumento nel 2021 non ha compensato il calo del 2020, mentre le prestazioni di specialistica ambulatoriale sono complessivamente tornate a livelli pre-pandemici. Tuttavia, il recupero è da attribuire in stragrande parte al laboratorio analisi, mentre diagnostica per immagini, riabilitazione e le principali branche cliniche per acuti presentano ancora significativi gap rispetto al 2019. A livello internazionale, l’Italia si distingue per il basso numero di infermieri per 1.000 abitanti, il basso rapporto tra infermieri e medici e indicatori di attività ospedaliera inferiori rispetto ai principali paesi europei. Nel paragrafo conclusivo, si approfondisce il tema delle diseguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie, evidenziando come la pandemia abbia ulteriormente peggiorato la situazione, con un aumento delle rinunce alle prestazioni sanitarie considerate necessarie nel periodo 2019-2021, seguito da una lieve diminuzione nel 2022. Le lunghe liste d’attesa sono emerse come barriera principale all’accesso, particolarmente al Nord, indicando le difficoltà del sistema nel soddisfare la domanda di assistenza post-emergenza sanitaria.
La struttura e le attività del SSN
Guerra, Francesca;Gugiatti, Attilio;Manfredi, Simone
;Oprea, Natalia
2023
Abstract
Il capitolo 2 del Rapporto OASI 2023 offre un dettagliato panorama del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, focalizzandosi su aspetti istituzionali, dotazione strutturale, attività e risposta alla domanda di salute, oltre a posizionare il SSN nel contesto internazionale. Le riforme iniziate negli anni ‘90 hanno ridotto il numero di aziende sanitarie territoriali da 197 nel 2001 a 128 nel 2023, con processi di fusione mirati a ottimizzare le dimensioni istituzionali. Recentemente, alcune regioni medio-piccole hanno mostrato un’inversione di tendenza. Anche le Aziende Ospedaliere (AO) sono diminuite da 97 nel 2001 a 42 nel 2023, con l’ultima modifica introdotta nella regione Marche nel 2022. Nel complesso, negli ultimi 20 anni, le dimensioni medie delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) sono considerevolmente aumentate, con una popolazione media di 458.792 utenti a gennaio 2023. In termini strutturali, le esigenze di contenimento della spesa e riqualificazione hanno guidato una razionalizzazione dell’offerta ospedaliera e territoriale, inevitabilmente interrotta o comunque profondamente influenzata dalla pandemia nel biennio 2020-2021. Il Covid-19 ha anche influenzato il personale del SSN, con incrementi tra operatori tecnici e sociosanitari, personale infermieristico, ostetrico e vari professionisti sanitari, mentre i medici hanno registrato un aumento più modesto. Nonostante ciò, i numeri rimangono in diminuzione rispetto a un decennio fa, con particolari carenze di personale infermieristico. Per quanto riguarda le attività di ricovero, l’aumento nel 2021 non ha compensato il calo del 2020, mentre le prestazioni di specialistica ambulatoriale sono complessivamente tornate a livelli pre-pandemici. Tuttavia, il recupero è da attribuire in stragrande parte al laboratorio analisi, mentre diagnostica per immagini, riabilitazione e le principali branche cliniche per acuti presentano ancora significativi gap rispetto al 2019. A livello internazionale, l’Italia si distingue per il basso numero di infermieri per 1.000 abitanti, il basso rapporto tra infermieri e medici e indicatori di attività ospedaliera inferiori rispetto ai principali paesi europei. Nel paragrafo conclusivo, si approfondisce il tema delle diseguaglianze nell’accesso alle prestazioni sanitarie, evidenziando come la pandemia abbia ulteriormente peggiorato la situazione, con un aumento delle rinunce alle prestazioni sanitarie considerate necessarie nel periodo 2019-2021, seguito da una lieve diminuzione nel 2022. Le lunghe liste d’attesa sono emerse come barriera principale all’accesso, particolarmente al Nord, indicando le difficoltà del sistema nel soddisfare la domanda di assistenza post-emergenza sanitaria.File | Dimensione | Formato | |
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