Il tema della formazione non è mai stato realmente oggetto di azione politica. Dopo il dlgs.150 del 2015 le politiche attive sono partite a fatica e, nonostante il nome, si sono spesso tradotte in elargizione di bonus e sussidi. E anche il più recente dibattito sul diritto soggettivo alla formazione è velleitario. Che senso ha rimarcare un diritto senza crearne le condizioni di fruizione? Che efficacia ha definire cifre e ore se una parte grande della popolazione, una volta ottenuto una dote o del tempo dedicato, non sa come identificare un programma utile al lavoro, come distinguere un programma rigoroso, come frequentarlo in modo compatibile con i tempi del lavoro e della vita familiare, come ottenere un riconoscimento dei risultati di competenza e come utilizzare questo riconoscimento per la propria crescita lavorativa? Tante parole sul tema della formazione e tanta poca azione politica non accadono per caso: la formazione è difficile da progettare, da erogare e ancor più da valutare nei sui risultati. Parlarne è facile e pure assolutorio, farla è rischioso. Trovare le risorse economiche è solo la base di partenza, il problema più grande è costruire una strategia che integri il processo di riqualificazione e il processo di orientamento al lavoro, che abbia un orizzonte temporale almeno di medio periodo e che coinvolga in modo diffuso e continuo la maggioranza delle persone del Paese. E questa strategia deve essere corredata da un piano di implementazione specifico che identifichi e soprattutto coordini fasi, strumenti e attori dell’insieme dei processi che accompagnano la persona fino a un lavoro di qualità.
Oltre la chiacchiera
Cappetta, Rossella;Del Conte, Maurizio
2020
Abstract
Il tema della formazione non è mai stato realmente oggetto di azione politica. Dopo il dlgs.150 del 2015 le politiche attive sono partite a fatica e, nonostante il nome, si sono spesso tradotte in elargizione di bonus e sussidi. E anche il più recente dibattito sul diritto soggettivo alla formazione è velleitario. Che senso ha rimarcare un diritto senza crearne le condizioni di fruizione? Che efficacia ha definire cifre e ore se una parte grande della popolazione, una volta ottenuto una dote o del tempo dedicato, non sa come identificare un programma utile al lavoro, come distinguere un programma rigoroso, come frequentarlo in modo compatibile con i tempi del lavoro e della vita familiare, come ottenere un riconoscimento dei risultati di competenza e come utilizzare questo riconoscimento per la propria crescita lavorativa? Tante parole sul tema della formazione e tanta poca azione politica non accadono per caso: la formazione è difficile da progettare, da erogare e ancor più da valutare nei sui risultati. Parlarne è facile e pure assolutorio, farla è rischioso. Trovare le risorse economiche è solo la base di partenza, il problema più grande è costruire una strategia che integri il processo di riqualificazione e il processo di orientamento al lavoro, che abbia un orizzonte temporale almeno di medio periodo e che coinvolga in modo diffuso e continuo la maggioranza delle persone del Paese. E questa strategia deve essere corredata da un piano di implementazione specifico che identifichi e soprattutto coordini fasi, strumenti e attori dell’insieme dei processi che accompagnano la persona fino a un lavoro di qualità.File | Dimensione | Formato | |
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