Il rapporto ha l'obiettivo di analizzare e valutare gli aspetti critici ancora in discussione nel processo di evoluzione che il settore ferroviario ha intrapreso sulla spinta dell’emanazione delle direttive europee e del loro recepimento nelle normative nazionali, partendo dalla necessità di sottolineare l’urgenza che questa modalità di trasporto, per evidenti motivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’intero settore, recuperi quote di mercato ed evidenziando, attraverso una sintetica ripresa dei principali dati statistici, come questa necessità sia tanto più marcata nel contesto italiano. Il rapporto è strutturato in tre parti. La prima ha lo scopo di sistematizzare le tappe dell’evoluzione normativa verso la liberalizzazione e l’apertura dei mercati su dimensione europea, evidenziando le difficoltà di natura politica, tecnica ed economica che si sono riscontrate nell’introdurre principi similari a quelli con successo adottati in altri settori del trasporto, quali quello aereo o marittimo. Le specificità del settore, infatti, non sono legate solo ad aspetti organizzativi riconducibili ai quasi due secoli di storia delle ferrovie, ma anche alle difficoltà a rintracciare nelle normative nazionali, e nelle procedure tecniche necessarie per poter far funzionare un mercato concorrenziale, l’assenza di contraddizione nella valorizzazione reciproca dello sviluppo di servizi liberalizzati e di collegamenti operati in regime di servizio pubblico. La seconda parte dello studio è dedicata a rimarcare la complessa riorganizzazione dei ruoli e delle funzioni dei principali operatori nel settore, necessaria per poter effettivamente introdurre forme di competizione in grado di permettere innovazioni di tipo tecnico e commerciale. Gli aspetti della separazione fra i gestori delle infrastrutture e le imprese ferroviarie, l’assegnazione delle tracce orarie, le scelte in materia di contratti di servizio sono solo i principali elementi critici che richiedono un’accorta valutazione per poter tecnicamente ipotizzare forme di competizione nel mercato fra le imprese ferroviarie. Questa parte è arricchita dall’evidenziazione di come gli Stati dell’UE abbiano perseguito obiettivi e strategie differenti nel riordino del sistema ferroviario, con un diverso grado di coinvolgimento del settore dei privati. La terza ed ultima parte riprende i temi lasciati ancora aperti dal processo di evoluzione del settore, fermo restando che allo stato attuale le logiche di liberalizzazione su scala europea sono state circoscritte, dal 2007, al solo settore merci e, dal 2010, a quello dei passeggeri internazionali, mentre a livello italiano si è resa possibile l’attivazione di nuovi servizi in regime di concorrenza sulla media e lunga distanza nazionale anche da parte di imprese europee, con il vincolo di reciprocità fra le normative nazionali. Il mercato del cabotaggio nella maggior parte dei paesi UE è, invece, ancora escluso da questo processo evolutivo. Il rapporto si chiude rimarcando come a livello italiano, in questo contesto di avvio del processo liberalizzazione, accompagnato da forti innovazioni tecnologiche nel settore del materiale rotabile e dal completamento dell’infrastruttura dedicata all’AV, gli scenari di crescita per il trasporto ferroviario appaiono particolarmente interessanti dal punto di vista tecnico e commerciale, sebbene circoscritti a specifiche nicchie di mercato. L’aspetto cruciale per poter cogliere appieno questi benefici è la chiarezza della ripartizione del mercato fra ciò che viene operato con logiche di oneri di servizio pubblico e, quindi, con valenza sociale, e ciò che può essere disciplinato dalle regole previste dal mercato concorrenziale. Le Regioni e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti giocano in questo senso un ruolo fondamentale, di indirizzo e di scelta politica nella selezione dei collegamenti da inserire all’interno dei contratti di servizio.

Scenari e prospettive del sistema ferroviario italiano nel contesto di liberalizzazione europea

Oliviero Baccelli
2011

Abstract

Il rapporto ha l'obiettivo di analizzare e valutare gli aspetti critici ancora in discussione nel processo di evoluzione che il settore ferroviario ha intrapreso sulla spinta dell’emanazione delle direttive europee e del loro recepimento nelle normative nazionali, partendo dalla necessità di sottolineare l’urgenza che questa modalità di trasporto, per evidenti motivi di sostenibilità economica, ambientale e sociale dell’intero settore, recuperi quote di mercato ed evidenziando, attraverso una sintetica ripresa dei principali dati statistici, come questa necessità sia tanto più marcata nel contesto italiano. Il rapporto è strutturato in tre parti. La prima ha lo scopo di sistematizzare le tappe dell’evoluzione normativa verso la liberalizzazione e l’apertura dei mercati su dimensione europea, evidenziando le difficoltà di natura politica, tecnica ed economica che si sono riscontrate nell’introdurre principi similari a quelli con successo adottati in altri settori del trasporto, quali quello aereo o marittimo. Le specificità del settore, infatti, non sono legate solo ad aspetti organizzativi riconducibili ai quasi due secoli di storia delle ferrovie, ma anche alle difficoltà a rintracciare nelle normative nazionali, e nelle procedure tecniche necessarie per poter far funzionare un mercato concorrenziale, l’assenza di contraddizione nella valorizzazione reciproca dello sviluppo di servizi liberalizzati e di collegamenti operati in regime di servizio pubblico. La seconda parte dello studio è dedicata a rimarcare la complessa riorganizzazione dei ruoli e delle funzioni dei principali operatori nel settore, necessaria per poter effettivamente introdurre forme di competizione in grado di permettere innovazioni di tipo tecnico e commerciale. Gli aspetti della separazione fra i gestori delle infrastrutture e le imprese ferroviarie, l’assegnazione delle tracce orarie, le scelte in materia di contratti di servizio sono solo i principali elementi critici che richiedono un’accorta valutazione per poter tecnicamente ipotizzare forme di competizione nel mercato fra le imprese ferroviarie. Questa parte è arricchita dall’evidenziazione di come gli Stati dell’UE abbiano perseguito obiettivi e strategie differenti nel riordino del sistema ferroviario, con un diverso grado di coinvolgimento del settore dei privati. La terza ed ultima parte riprende i temi lasciati ancora aperti dal processo di evoluzione del settore, fermo restando che allo stato attuale le logiche di liberalizzazione su scala europea sono state circoscritte, dal 2007, al solo settore merci e, dal 2010, a quello dei passeggeri internazionali, mentre a livello italiano si è resa possibile l’attivazione di nuovi servizi in regime di concorrenza sulla media e lunga distanza nazionale anche da parte di imprese europee, con il vincolo di reciprocità fra le normative nazionali. Il mercato del cabotaggio nella maggior parte dei paesi UE è, invece, ancora escluso da questo processo evolutivo. Il rapporto si chiude rimarcando come a livello italiano, in questo contesto di avvio del processo liberalizzazione, accompagnato da forti innovazioni tecnologiche nel settore del materiale rotabile e dal completamento dell’infrastruttura dedicata all’AV, gli scenari di crescita per il trasporto ferroviario appaiono particolarmente interessanti dal punto di vista tecnico e commerciale, sebbene circoscritti a specifiche nicchie di mercato. L’aspetto cruciale per poter cogliere appieno questi benefici è la chiarezza della ripartizione del mercato fra ciò che viene operato con logiche di oneri di servizio pubblico e, quindi, con valenza sociale, e ciò che può essere disciplinato dalle regole previste dal mercato concorrenziale. Le Regioni e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti giocano in questo senso un ruolo fondamentale, di indirizzo e di scelta politica nella selezione dei collegamenti da inserire all’interno dei contratti di servizio.
2011
Baccelli, Oliviero
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11565/4026435
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