L’approvazione del “Codice di deontologia e buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi statistici e scientifici” rappresenta un notevole miglioramento delle possibilità offerte ai ricercatori italiani di accedere a microdati per lavori scientifici. Tuttavia, la nuova normativa semplicemente autorizza il ricercatore ad accedere alle banche dati, ma non impone alle istituzioni che raccolgono o detengono i dati di garantirne l’accesso ai ricercatori. Per questo motivo, in questo articolo proponiamo l’introduzione dell’obbligo - almeno per gli enti pubblici - di condividere con i ricercatori accreditati - almeno quelli di ruolo presso le università - i dati statistici che questi richiedono per svolgere lavori di ricerca senza scopi di lucro. Nell’articolo documentiamo la nostra personale l’esperienza di rapporti spesso difficili con le amministrazioni che detengono dati statistici, testimonianza di un atteggiamento spesso riluttante, se non apertamente ostile, a investire nella diffusione dei dati elementari per la ricerca. L’obbligo che proponiamo consentirebbe inoltre agli enti produttori o detentori di dati di iscrivere a bilancio fondi (minimi) finalizzati alla distribuzione delle statistiche e di proteggersi dalle interferenze della politica.
La deontologia di chi produce e detiene dati statistici: dalla possibilità alla certezza dell'accesso
PELLIZZARI, MICHELE
2005
Abstract
L’approvazione del “Codice di deontologia e buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi statistici e scientifici” rappresenta un notevole miglioramento delle possibilità offerte ai ricercatori italiani di accedere a microdati per lavori scientifici. Tuttavia, la nuova normativa semplicemente autorizza il ricercatore ad accedere alle banche dati, ma non impone alle istituzioni che raccolgono o detengono i dati di garantirne l’accesso ai ricercatori. Per questo motivo, in questo articolo proponiamo l’introduzione dell’obbligo - almeno per gli enti pubblici - di condividere con i ricercatori accreditati - almeno quelli di ruolo presso le università - i dati statistici che questi richiedono per svolgere lavori di ricerca senza scopi di lucro. Nell’articolo documentiamo la nostra personale l’esperienza di rapporti spesso difficili con le amministrazioni che detengono dati statistici, testimonianza di un atteggiamento spesso riluttante, se non apertamente ostile, a investire nella diffusione dei dati elementari per la ricerca. L’obbligo che proponiamo consentirebbe inoltre agli enti produttori o detentori di dati di iscrivere a bilancio fondi (minimi) finalizzati alla distribuzione delle statistiche e di proteggersi dalle interferenze della politica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.