Keynes fu sempre un convinto fautore del libero mercato. Ciononostante, anzi proprio per questo motivo, non mancò mai di mettere in guardia dai rischi insiti nell’estensione dei principi del laissez-faire al sistema monetario e creditizio. Come argomentò diffusamente, il capitalismo è intrinsecamente instabile perché fa mercato della moneta e del credito. In coerenza con tale convinzione, quando fu chiamato dal governo britannico a disegnare un nuovo ordine economico internazionale per il secondo dopoguerra concepì un piano ambizioso che aveva come principale obiettivo quello di favorire lo sviluppo di un commercio internazionale libero ed equilibrato, e come principale strumento la creazione di una moneta universale che avrebbe reso inutili i mercati valutari e finanziari. Ma, alla conferenza di Bretton Woods, sulla proposta di Keynes s’impose quella statunitense. Quest’ultima, attraverso la subdola e miope adozione del dollaro come moneta internazionale, ha portato all’esplosione degli squilibri globali, all’espansione ipertrofica dei mercati finanziari internazionali, all’amplificazione dei cicli economici di euforia e depressione, all’inasprimento della conflittualità sociale e politica. La proposta di Keynes resta più che mai attuale, se si vuole attuare un «disarmo finanziario» per costruire un sistema economico internazionale capace di promuovere la libertà degli scambi, la prosperità dell’economia reale, l’equilibrio nelle relazioni finanziarie e la pacifica convivenza fra i popoli.
Introduzione. Una moneta per la pace
FANTACCI, LUCA
2016
Abstract
Keynes fu sempre un convinto fautore del libero mercato. Ciononostante, anzi proprio per questo motivo, non mancò mai di mettere in guardia dai rischi insiti nell’estensione dei principi del laissez-faire al sistema monetario e creditizio. Come argomentò diffusamente, il capitalismo è intrinsecamente instabile perché fa mercato della moneta e del credito. In coerenza con tale convinzione, quando fu chiamato dal governo britannico a disegnare un nuovo ordine economico internazionale per il secondo dopoguerra concepì un piano ambizioso che aveva come principale obiettivo quello di favorire lo sviluppo di un commercio internazionale libero ed equilibrato, e come principale strumento la creazione di una moneta universale che avrebbe reso inutili i mercati valutari e finanziari. Ma, alla conferenza di Bretton Woods, sulla proposta di Keynes s’impose quella statunitense. Quest’ultima, attraverso la subdola e miope adozione del dollaro come moneta internazionale, ha portato all’esplosione degli squilibri globali, all’espansione ipertrofica dei mercati finanziari internazionali, all’amplificazione dei cicli economici di euforia e depressione, all’inasprimento della conflittualità sociale e politica. La proposta di Keynes resta più che mai attuale, se si vuole attuare un «disarmo finanziario» per costruire un sistema economico internazionale capace di promuovere la libertà degli scambi, la prosperità dell’economia reale, l’equilibrio nelle relazioni finanziarie e la pacifica convivenza fra i popoli.File | Dimensione | Formato | |
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