Protagonisti di quella che viene chiamata “Seconda transizione demografica”, Lesthaeghe, 1992), tanto che si parlava di “specificità” della famiglia italiana. Analogamente ad altre aree del Sud-Europa mediterraneo, la famiglia italiana – rispetto a quella del Centro-Nord Europa – si caratterizzava come più solida e duratura, più tradizionale nei modi di formare famiglia, ancora predominati dalle unioni matrimoniali, sbilanciata nei ruoli di genere, con una bassa frequenza delle convivenze e delle nascite fuori dal matrimonio. L’ipotesi interpretativa della “specificità” del modello familiare italiano è stata quindi a lungo prevalente nella letteratura socio-demografica (Reher 1998, Nazio e Blossefeld 2003, Dalla Zuanna e Micheli 2004). Di fronte non solo alla velocità del mutamento, ma anche alla sua diffusione, con un progressivo decrescere della prevalenza di questi comportamenti solo per ristretti gruppi di precursori selezionati per alta istruzione e condizione socio-economica, diviene più plausibile la categoria interpretativa del “ritardo” della seconda transizione demografica che sostituirebbe, o per lo meno in parte affiancherebbe, quella della specificità italiano-mediterranea (De Rose e Vignoli 2011). Tuttavia, anche nel panorama sopra tracciato di grandi mutamenti che rendono sempre più simili le famiglie italiane a quelle del resto d’Europa, continuano ad esistere elementi di forte continuità, peculiari di quella che viene definita la famiglia “forte”, tipica dei paesi del Sud Europa e contrapposta a quella a “legami deboli” del centro-nord Europa (Reher, 1998). Alcune caratteristiche, infatti, sembrano costanti o comunque in più lento mutamento: la lunga permanenza dei giovani nella casa dei genitori, le forti solidarietà parentali e intergenerazionali, la bassa occupazione femminile, la forte differenza di genere nei ruoli familiari e genitoriali e, soprattutto, la bassissima fecondità.
Diventare e fare i genitori oggi: l'Italia in prospettiva comparata
MENCARINI, LETIZIA;
2016
Abstract
Protagonisti di quella che viene chiamata “Seconda transizione demografica”, Lesthaeghe, 1992), tanto che si parlava di “specificità” della famiglia italiana. Analogamente ad altre aree del Sud-Europa mediterraneo, la famiglia italiana – rispetto a quella del Centro-Nord Europa – si caratterizzava come più solida e duratura, più tradizionale nei modi di formare famiglia, ancora predominati dalle unioni matrimoniali, sbilanciata nei ruoli di genere, con una bassa frequenza delle convivenze e delle nascite fuori dal matrimonio. L’ipotesi interpretativa della “specificità” del modello familiare italiano è stata quindi a lungo prevalente nella letteratura socio-demografica (Reher 1998, Nazio e Blossefeld 2003, Dalla Zuanna e Micheli 2004). Di fronte non solo alla velocità del mutamento, ma anche alla sua diffusione, con un progressivo decrescere della prevalenza di questi comportamenti solo per ristretti gruppi di precursori selezionati per alta istruzione e condizione socio-economica, diviene più plausibile la categoria interpretativa del “ritardo” della seconda transizione demografica che sostituirebbe, o per lo meno in parte affiancherebbe, quella della specificità italiano-mediterranea (De Rose e Vignoli 2011). Tuttavia, anche nel panorama sopra tracciato di grandi mutamenti che rendono sempre più simili le famiglie italiane a quelle del resto d’Europa, continuano ad esistere elementi di forte continuità, peculiari di quella che viene definita la famiglia “forte”, tipica dei paesi del Sud Europa e contrapposta a quella a “legami deboli” del centro-nord Europa (Reher, 1998). Alcune caratteristiche, infatti, sembrano costanti o comunque in più lento mutamento: la lunga permanenza dei giovani nella casa dei genitori, le forti solidarietà parentali e intergenerazionali, la bassa occupazione femminile, la forte differenza di genere nei ruoli familiari e genitoriali e, soprattutto, la bassissima fecondità.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Mencarini e Solera_Diventare e fare i gentiori oggi_in Naldini_Mulino_2015.pdf
non disponibili
Descrizione: articolo principale
Tipologia:
Pdf editoriale (Publisher's layout)
Licenza:
NON PUBBLICO - Accesso privato/ristretto
Dimensione
4.64 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.64 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.