L’articolo esamina il principio personalista, solennemente consacrato dall’2 della Costituzione italiana. Nella prima parte, da una prospettiva diacronica, si studia la relazione del fondamentale principio con il costituzionalismo e si sottolinea che l’esigenza del rispetto e della valorizzazione dell’essere umano è il presupposto del costituzionalismo, inteso nella sua più intima essenza. Il discorso si focalizza poi sul commento dell’enunciato linguistico; in particolare, si ricostruiscono gli orientamenti della dottrina e della giurisprudenza costituzionale sull’aggettivo “inviolabili” attribuito ai diritti riconosciuti e garantiti all’uomo dalla Repubblica. Non si trascura di soffermarsi sulla questione delle titolarità dei diritti, riconosciuti all’uomo sia “come singolo sia nelle formazioni sociali”, per cui si pone in relazione il principio personalista con quello pluralista. Si delinea inoltre, anche alla luce delle decisioni della Corte costituzionale, l’annosa questione attinente all’interpretazione della norma in parola quale fattispecie “aperta” o “chiusa”. Infine, nelle osservazioni conclusive, si tenta di indagare le potenzialità, forse almeno in parte ancora inesplorate, dell’art. 2 Cost., letto secondo una logica di integrazione tra il piano interno e quello esterno (sovranazionale ed internazionale). Si segnala infine che rispetto al lavoro del 2011, che porta il medesimo titolo, il contributo in parola è aggiornato alla più recente giurisprudenza costituzionale in materia. L'opera raccoglie i contributi di studiosi di diversi settori disciplinari nelle materie giuridiche. Il curatore è noto a livello internazionale e vanta la pubblicazione di molti libri e numerosi articoli.
Il principio personalista
VEDASCHI, ARIANNA
2013
Abstract
L’articolo esamina il principio personalista, solennemente consacrato dall’2 della Costituzione italiana. Nella prima parte, da una prospettiva diacronica, si studia la relazione del fondamentale principio con il costituzionalismo e si sottolinea che l’esigenza del rispetto e della valorizzazione dell’essere umano è il presupposto del costituzionalismo, inteso nella sua più intima essenza. Il discorso si focalizza poi sul commento dell’enunciato linguistico; in particolare, si ricostruiscono gli orientamenti della dottrina e della giurisprudenza costituzionale sull’aggettivo “inviolabili” attribuito ai diritti riconosciuti e garantiti all’uomo dalla Repubblica. Non si trascura di soffermarsi sulla questione delle titolarità dei diritti, riconosciuti all’uomo sia “come singolo sia nelle formazioni sociali”, per cui si pone in relazione il principio personalista con quello pluralista. Si delinea inoltre, anche alla luce delle decisioni della Corte costituzionale, l’annosa questione attinente all’interpretazione della norma in parola quale fattispecie “aperta” o “chiusa”. Infine, nelle osservazioni conclusive, si tenta di indagare le potenzialità, forse almeno in parte ancora inesplorate, dell’art. 2 Cost., letto secondo una logica di integrazione tra il piano interno e quello esterno (sovranazionale ed internazionale). Si segnala infine che rispetto al lavoro del 2011, che porta il medesimo titolo, il contributo in parola è aggiornato alla più recente giurisprudenza costituzionale in materia. L'opera raccoglie i contributi di studiosi di diversi settori disciplinari nelle materie giuridiche. Il curatore è noto a livello internazionale e vanta la pubblicazione di molti libri e numerosi articoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.