In un famoso passo de La riforma monetaria, J. M. Keynes descrive come, nel XIX secolo, Dio e mammona si fossero riconciliati nella virtù assieme politica, morale e religiosa del risparmio. In effetti, a partire dall’Ottocento, in consonanza con l’etica economica emergente, anche la Chiesa predica il risparmio. Le istituzioni finanziarie d’ispirazione cristiana hanno seguito l’evoluzione dottrinale: i Monti di Pietà, fondati dai francescani nel Quattrocento, fornivano prestiti su pegno ai bisognosi, senza interesse; nell’Ottocento, le Casse di Risparmio premiano con l’interesse la parsimonia dei lavoratori, rendendoli partecipi dei benefici dell’accumulazione. La Chiesa si è associata così all’elogio del risparmio, nonostante la condanna irrefutabile delle Scritture contro ogni forma di accumulazione. Mammona non è semplicemente la ricchezza: il termine aramaico sembra indicare piuttosto l’ammasso di ricchezza, il tesoro, ciò che è posto al sicuro, in un deposito. L’ipotesi trova conferma esplicita in molteplici passi della Scrittura, dove alla ricchezza è posto un limite preciso: nessuno deve possedere più di quanto può consumare. La giusta misura della proprietà è data dalla possibilità del consumo. Mammona non è il denaro in quanto tale, ma il denaro in quanto riserva di valore. La buona moneta è quella che misura il valore a partire da un lavoro compiuto e in vista del consumo. Per secoli la moneta è stata principalmente questa misura del valore, in vista della distribuzione secondo il bisogno. Soltanto in epoca moderna la moneta è diventata riserva di valore. L’inflazione sopperisce, in maniera parziale e disordinata, al fatto che la moneta, a differenza di ogni altro bene utile alla vita, non deperisce. “Ed è in tal modo che si deve impedire il formarsi di patrimoni perpetui, a meno che la società deliberatamente non provveda ad impedirlo in qualche altro modo più equo e più opportuno” (ancora Keynes, 1923). Come l’anno sabbatico, il giubileo o la decumulazione sistematica della moneta nel dono.
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Titolo: | Mammona: la falsa virtù del risparmio |
Data di pubblicazione: | 2001 |
Autori: | |
Autori: | Fantacci, Luca |
Rivista: | SERVITIUM |
Abstract: | In un famoso passo de La riforma monetaria, J. M. Keynes descrive come, nel XIX secolo, Dio e mammona si fossero riconciliati nella virtù assieme politica, morale e religiosa del risparmio. In effetti, a partire dall’Ottocento, in consonanza con l’etica economica emergente, anche la Chiesa predica il risparmio. Le istituzioni finanziarie d’ispirazione cristiana hanno seguito l’evoluzione dottrinale: i Monti di Pietà, fondati dai francescani nel Quattrocento, fornivano prestiti su pegno ai bisognosi, senza interesse; nell’Ottocento, le Casse di Risparmio premiano con l’interesse la parsimonia dei lavoratori, rendendoli partecipi dei benefici dell’accumulazione. La Chiesa si è associata così all’elogio del risparmio, nonostante la condanna irrefutabile delle Scritture contro ogni forma di accumulazione. Mammona non è semplicemente la ricchezza: il termine aramaico sembra indicare piuttosto l’ammasso di ricchezza, il tesoro, ciò che è posto al sicuro, in un deposito. L’ipotesi trova conferma esplicita in molteplici passi della Scrittura, dove alla ricchezza è posto un limite preciso: nessuno deve possedere più di quanto può consumare. La giusta misura della proprietà è data dalla possibilità del consumo. Mammona non è il denaro in quanto tale, ma il denaro in quanto riserva di valore. La buona moneta è quella che misura il valore a partire da un lavoro compiuto e in vista del consumo. Per secoli la moneta è stata principalmente questa misura del valore, in vista della distribuzione secondo il bisogno. Soltanto in epoca moderna la moneta è diventata riserva di valore. L’inflazione sopperisce, in maniera parziale e disordinata, al fatto che la moneta, a differenza di ogni altro bene utile alla vita, non deperisce. “Ed è in tal modo che si deve impedire il formarsi di patrimoni perpetui, a meno che la società deliberatamente non provveda ad impedirlo in qualche altro modo più equo e più opportuno” (ancora Keynes, 1923). Come l’anno sabbatico, il giubileo o la decumulazione sistematica della moneta nel dono. |
Appare nelle tipologie: | 08 - Research notes or short article / Note di ricerca o brevi articoli su rivista |