Dopo breve premessa sulle categorie interpretative del fenomeno dell'outsourcing (paragrafo 2) e introduzione metodologica al lavoro (paragrafo 3), il presente contributo analizza empiricamente le scelte recenti di esternalizzazione (outsourcing) nel settore manifatturiero di una regione avanzata, valutando rilevanza, ambiti funzionali e determinanti dei processi di scorporo su scala internazionale (offshoring) rispetto al ricorso a mercati locali o nazionali di servizi e input materiali intermedi (paragrafo 4). In particolare, il contributo si sofferma sulle caratteristiche delle imprese che hanno seguito percorsi di esternalizzazione su scala internazionale, valutando, attraverso analisi econometrica (paragrafo 5), la rilevanza di processi di autoselezione segnalati dalla letteratura. L'analisi empirica si focalizza su un campione di imprese lombarde, rappresentativo del comparto manifatturiero regionale, e impiega i risultati di una indagine questionaria condotta nel 2005. Il caso della Lombardia appare di interesse generale, per una riflessione sulle tendenze in atto nel sistema italiano, in ragione dei caratteri strutturali dell'economia lombarda, del suo peso nel contesto italiano e del ruolo spesso assunto nelle dinamiche storiche di evoluzione dell'economia nazionale. Il sistema produttivo lombardo è caratterizzato da marcata eterogeneità, con un persistente e rilevante nucleo industriale (nel 2007 pari al 33.1% del valore aggiunto regionale, a fronte di una quota media nazionale del 26.6%) e una significativa varietà di specializzazioni settoriali e di attori produttivi, a vario modo interessati dai processi emergenti di frammentazione internazionale. L'apertura dell'economia lombarda ai mercati internazionali, di peso assoluto per le dinamiche italiane di integrazione nei mercati e nelle filiere produttive globali , ne implica infatti una particolare esposizione alle pressioni competitive ed ai mutamenti globali, di natura sia congiunturale che di lungo termine. Soprattutto, come sottolineato, il caso lombardo appare di estremo interesse nel panorama attuale di trasformazione dell'industria italiana per la rilevanza che l'area ha assunto nelle fasi precedenti di riorganizzazione del sistema manifatturiero nazionale. Essa è stata dapprima un polo di produzione fordista e in seguito di deverticalizzazione della grande impresa, industrializzazione diffusa e specializzazione flessibile, dalle marcate forme distrettuali. Recentemente assistiamo a un consolidamento di forme organizzative reticolari o "quasi gerarchiche". In tale prospettiva, l’evidenza sul sistema lombardo è posta in relazione con le più generali tendenze nazionali rilevate in altri recenti contributi empirici.
La riorganizzazione del sistema industriale italiano tra outsourcing locale e delocalizzazione internazionale: il caso di un'area manifatturiera matura
CUSMANO, LUCIA;MANCUSI, MARIA LUISA;MORRISON, ANDREA
2009
Abstract
Dopo breve premessa sulle categorie interpretative del fenomeno dell'outsourcing (paragrafo 2) e introduzione metodologica al lavoro (paragrafo 3), il presente contributo analizza empiricamente le scelte recenti di esternalizzazione (outsourcing) nel settore manifatturiero di una regione avanzata, valutando rilevanza, ambiti funzionali e determinanti dei processi di scorporo su scala internazionale (offshoring) rispetto al ricorso a mercati locali o nazionali di servizi e input materiali intermedi (paragrafo 4). In particolare, il contributo si sofferma sulle caratteristiche delle imprese che hanno seguito percorsi di esternalizzazione su scala internazionale, valutando, attraverso analisi econometrica (paragrafo 5), la rilevanza di processi di autoselezione segnalati dalla letteratura. L'analisi empirica si focalizza su un campione di imprese lombarde, rappresentativo del comparto manifatturiero regionale, e impiega i risultati di una indagine questionaria condotta nel 2005. Il caso della Lombardia appare di interesse generale, per una riflessione sulle tendenze in atto nel sistema italiano, in ragione dei caratteri strutturali dell'economia lombarda, del suo peso nel contesto italiano e del ruolo spesso assunto nelle dinamiche storiche di evoluzione dell'economia nazionale. Il sistema produttivo lombardo è caratterizzato da marcata eterogeneità, con un persistente e rilevante nucleo industriale (nel 2007 pari al 33.1% del valore aggiunto regionale, a fronte di una quota media nazionale del 26.6%) e una significativa varietà di specializzazioni settoriali e di attori produttivi, a vario modo interessati dai processi emergenti di frammentazione internazionale. L'apertura dell'economia lombarda ai mercati internazionali, di peso assoluto per le dinamiche italiane di integrazione nei mercati e nelle filiere produttive globali , ne implica infatti una particolare esposizione alle pressioni competitive ed ai mutamenti globali, di natura sia congiunturale che di lungo termine. Soprattutto, come sottolineato, il caso lombardo appare di estremo interesse nel panorama attuale di trasformazione dell'industria italiana per la rilevanza che l'area ha assunto nelle fasi precedenti di riorganizzazione del sistema manifatturiero nazionale. Essa è stata dapprima un polo di produzione fordista e in seguito di deverticalizzazione della grande impresa, industrializzazione diffusa e specializzazione flessibile, dalle marcate forme distrettuali. Recentemente assistiamo a un consolidamento di forme organizzative reticolari o "quasi gerarchiche". In tale prospettiva, l’evidenza sul sistema lombardo è posta in relazione con le più generali tendenze nazionali rilevate in altri recenti contributi empirici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.