La riforma dei reati societari si è estesa anche ad un istituto tradizionalmente di parte generale, quale quello della confisca. Nell’ambito della criminalità d’impresa, nella quale il reato è un episodio (più o meno frequente) di un’attività per il resto lecita, l’attenzione sulla confisca deriva dall’esigenza di impedire che le utilità tratte dal reato permangano nella disponibilità del reo. Rilevata l’attuale impraticabilità - in assenza di radicali riforme - del perseguimento di tali obiettivi mediante il ricorso a rimedi civilistici o a sanzioni pecuniarie (non a caso escluse dalla riforma) e segnalato come la confisca sia, nelle sue molteplici incarnazioni, istituto capace di assumere le conformazioni e finalità più diverse, il contributo analizza la conformazione che esso assume in seno alla riforma, ove detto istituto si discosta dal modello codicistico sotto due profili. Da un lato è resa obbligatoria la confisca del prodotto, del profitto o dei beni utilizzati per commettere il reato; dall’altro è introdotta la previsione della confisca per equivalente (istituto presente in diversi ordinamenti e già sporadicamente accolto nel nostro sistema penale). Tale ultimo sviluppo, se appare razionale sotto il profilo repressivo, per altro verso manifesta la profonda trasformazione della confisca, assurta al ruolo di pura reazione punitiva, completamente svincolata dalla colpevolezza e dalla pericolosità soggettiva ed oggettiva. Infine l’Autore - rilevato come la confisca, pur così allargata, trovi un fatale sbarramento, nel campo del diritto penale dell’economia, nella normale appartenenza delle cose confiscabili a persona estranea al reato, ossia alla società - si sofferma sull’analisi delle interazioni, sul piano sistematico e del coordinamento applicativo, tra l’istituto in parola e la previsione di una responsabilità “da reato” della persona guridica, introdotta ad opera del d.lgs. n. 231 del 2001, con particolare riferimento alla forma di confisca disciplinata dall’articolo 19 di quel corpus normativo.
La confisca
ALESSANDRI, ALBERTO
2002
Abstract
La riforma dei reati societari si è estesa anche ad un istituto tradizionalmente di parte generale, quale quello della confisca. Nell’ambito della criminalità d’impresa, nella quale il reato è un episodio (più o meno frequente) di un’attività per il resto lecita, l’attenzione sulla confisca deriva dall’esigenza di impedire che le utilità tratte dal reato permangano nella disponibilità del reo. Rilevata l’attuale impraticabilità - in assenza di radicali riforme - del perseguimento di tali obiettivi mediante il ricorso a rimedi civilistici o a sanzioni pecuniarie (non a caso escluse dalla riforma) e segnalato come la confisca sia, nelle sue molteplici incarnazioni, istituto capace di assumere le conformazioni e finalità più diverse, il contributo analizza la conformazione che esso assume in seno alla riforma, ove detto istituto si discosta dal modello codicistico sotto due profili. Da un lato è resa obbligatoria la confisca del prodotto, del profitto o dei beni utilizzati per commettere il reato; dall’altro è introdotta la previsione della confisca per equivalente (istituto presente in diversi ordinamenti e già sporadicamente accolto nel nostro sistema penale). Tale ultimo sviluppo, se appare razionale sotto il profilo repressivo, per altro verso manifesta la profonda trasformazione della confisca, assurta al ruolo di pura reazione punitiva, completamente svincolata dalla colpevolezza e dalla pericolosità soggettiva ed oggettiva. Infine l’Autore - rilevato come la confisca, pur così allargata, trovi un fatale sbarramento, nel campo del diritto penale dell’economia, nella normale appartenenza delle cose confiscabili a persona estranea al reato, ossia alla società - si sofferma sull’analisi delle interazioni, sul piano sistematico e del coordinamento applicativo, tra l’istituto in parola e la previsione di una responsabilità “da reato” della persona guridica, introdotta ad opera del d.lgs. n. 231 del 2001, con particolare riferimento alla forma di confisca disciplinata dall’articolo 19 di quel corpus normativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.