Economia e cultura: secondo alcuni una specie di ossimoro. Da una parte, l’economia – e il management ne è una sottodisciplina – rappresenta l’elemento razionale delle decisioni umane mentre, dall’altra, la cultura il lato più romantico e passionale. L’imprenditore con i piedi per terra e l’intellettuale nella sua torre d’avorio. La dimensione organizzativa che pone una serie di vincoli e di costrizioni al comportamento (si pensi alla convenienza nell’uso delle risorse scarse o alle logiche programmatorie di un budget o al rigore di certe norme e procedure) che la cultura non pone, essendo più orientata al genio e alla sregolatezza della creatività. L’economia si fonda per tradizione su fattori competitivi mentre la cultura, per la sua natura “disinteressata” è bene di merito e concetto astratto (l’Identità, la Tradizione, la Memoria, la Sapienza, il Senso, la Riserva di esperienza) e non tollera finalità competitive. Il background quantitativo insito nella scienza economica è assai distante dalla prospettiva umanistica e qualitativa che presiede agli studi e ai comportamenti dell’artista. Occorre partire da queste contrapposizioni per spiegare cosa è successo in questi ultimi vent’anni e quanto la distanza progressivamente sia stata colmata.
Quando "carmina dant panem": la cultura come risorsa economica del mondo simbolico
SALVEMINI, SEVERINO
2005
Abstract
Economia e cultura: secondo alcuni una specie di ossimoro. Da una parte, l’economia – e il management ne è una sottodisciplina – rappresenta l’elemento razionale delle decisioni umane mentre, dall’altra, la cultura il lato più romantico e passionale. L’imprenditore con i piedi per terra e l’intellettuale nella sua torre d’avorio. La dimensione organizzativa che pone una serie di vincoli e di costrizioni al comportamento (si pensi alla convenienza nell’uso delle risorse scarse o alle logiche programmatorie di un budget o al rigore di certe norme e procedure) che la cultura non pone, essendo più orientata al genio e alla sregolatezza della creatività. L’economia si fonda per tradizione su fattori competitivi mentre la cultura, per la sua natura “disinteressata” è bene di merito e concetto astratto (l’Identità, la Tradizione, la Memoria, la Sapienza, il Senso, la Riserva di esperienza) e non tollera finalità competitive. Il background quantitativo insito nella scienza economica è assai distante dalla prospettiva umanistica e qualitativa che presiede agli studi e ai comportamenti dell’artista. Occorre partire da queste contrapposizioni per spiegare cosa è successo in questi ultimi vent’anni e quanto la distanza progressivamente sia stata colmata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.