L’industria del Venture Capital ("VC") gioca un ruolo fondamentale nel propiziare virtuosi processi di sviluppo economico. Pertanto, i policymakers di tutto il mondo si sono negli anni sforzati di creare un contesto istituzionale favorevole al VC. Sulla base degli insegnamenti della scienza economica, si può affermare che anche il diritto societario assurga a variabile istituzionale in grado di supportare o deprimere gli investimenti di VC a seconda del suo grado di flessibilità. Da qui il seguente interrogativo: può oggi dirsi che il diritto societario italiano presenti caratteristiche di flessibilità tali da consentire a venture capitalist e imprenditori di adottare le soluzioni contrattuali che governano le operazioni di VC negli Stati Uniti? Inizialmente, sia gli autori del presente scritto sia Paolo Giudici, Antonio Capizzi e Peter Agstner avevano evidenziato come il diritto societario italiano nonostante la riforma del 2003 e quelle realizzate nel quinquennio 2012-2017, contiene ancora oggi norme inderogabili esplicite e soprattutto implicite che ostano al recepimento delle soluzioni contrattuali in uso negli Stati Uniti, legittimando una risposta negativa all’interrogativo di cui sopra. Paolo Giudici e i suoi coautori hanno però di recente condotto una ricerca empirica che ha analizzato gli statuti di alcune startup italiane al fine di verificare se e in che misura la prassi contrattuale italiana sia recettiva di quella statunitense. Dalla presenza nella prassi italiana di clausole simili hanno tratto la conclusione che il diritto societario italiano sarebbe invero più flessibile di quanto essi stessi avevano originariamente affermato; e che, in ultima analisi, non ci sarebbe motivo per aderire alla nostra visione pessimistica . Questo breve contributo ora illustra le ragioni per cui questa conclusione è ingiustificata; e dimostra che, se rettamente interpretate, le evidenze empiriche che essi forniscono offrono solido ancoraggio proprio alle conclusioni cui si era congiuntamente pervenuti in una precedente fase del dibattito in argomento.
Diritto societario italiano e Venture Capital: cosa (non) ci dice l’evidenza empirica?
Enriques, Luca
;
2023
Abstract
L’industria del Venture Capital ("VC") gioca un ruolo fondamentale nel propiziare virtuosi processi di sviluppo economico. Pertanto, i policymakers di tutto il mondo si sono negli anni sforzati di creare un contesto istituzionale favorevole al VC. Sulla base degli insegnamenti della scienza economica, si può affermare che anche il diritto societario assurga a variabile istituzionale in grado di supportare o deprimere gli investimenti di VC a seconda del suo grado di flessibilità. Da qui il seguente interrogativo: può oggi dirsi che il diritto societario italiano presenti caratteristiche di flessibilità tali da consentire a venture capitalist e imprenditori di adottare le soluzioni contrattuali che governano le operazioni di VC negli Stati Uniti? Inizialmente, sia gli autori del presente scritto sia Paolo Giudici, Antonio Capizzi e Peter Agstner avevano evidenziato come il diritto societario italiano nonostante la riforma del 2003 e quelle realizzate nel quinquennio 2012-2017, contiene ancora oggi norme inderogabili esplicite e soprattutto implicite che ostano al recepimento delle soluzioni contrattuali in uso negli Stati Uniti, legittimando una risposta negativa all’interrogativo di cui sopra. Paolo Giudici e i suoi coautori hanno però di recente condotto una ricerca empirica che ha analizzato gli statuti di alcune startup italiane al fine di verificare se e in che misura la prassi contrattuale italiana sia recettiva di quella statunitense. Dalla presenza nella prassi italiana di clausole simili hanno tratto la conclusione che il diritto societario italiano sarebbe invero più flessibile di quanto essi stessi avevano originariamente affermato; e che, in ultima analisi, non ci sarebbe motivo per aderire alla nostra visione pessimistica . Questo breve contributo ora illustra le ragioni per cui questa conclusione è ingiustificata; e dimostra che, se rettamente interpretate, le evidenze empiriche che essi forniscono offrono solido ancoraggio proprio alle conclusioni cui si era congiuntamente pervenuti in una precedente fase del dibattito in argomento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.