A livello globale, europeo e di singoli paesi, numerose regole dei mercati finanziari si affidano ai giudizi delle agenzie di rating per disciplinare le banche e gli altri intermediari finanziari, anche su aspetti fondamentali quali i requisiti patrimoniali. In questo modo, si è creata una domanda artificiale del servizio di rating, si sono amplificati gli effetti delle imperfezioni che lo caratterizzano, si sono poste le premesse, con la (in parte conseguente) regolamentazione delle agenzie di rating, per l'innalzamento di barriere all'entrata su questo mercato e si è accresciuto lo scarto tra l'utilità effettiva dei rating e l'utilità percepita dagli investitori. Questo lavoro si concentra su alcuni aspetti legati al problema della «domanda di rating» indotta dai regolatori. In primo luogo, sono passati in rassegna, senza pretesa di esaustività, alcuni tra i più significativi esempi di «abdicazione regolamentare» in favore delle agenzie di rating. In secondo luogo, sono descritti alcuni problemi, emersi durante la recente crisi finanziaria, che caratterizzano il mercato dei servizi prestati dalle agenzie, con particolare riguardo alla finanza strutturata. In terzo luogo, sono brevemente descritte le principali reazioni di legislatori e regolatori alle carenze delle società di rating che la crisi ha evidenziato. Dopo aver sottolineato come queste reazioni, per quanto opportune, non paiono di per sé idonee a risolvere le vere questioni alla base di tali carenze, si svolgono alcune considerazioni conclusive sulla possibilità di ripensare più in profondità il rapporto tra rating e regolamentazione finanziaria.
Regolamentazione dei mercati finanziari, rating e regolamentazione del rating
Enriques, Luca
;Gargantini, Matteo
2010
Abstract
A livello globale, europeo e di singoli paesi, numerose regole dei mercati finanziari si affidano ai giudizi delle agenzie di rating per disciplinare le banche e gli altri intermediari finanziari, anche su aspetti fondamentali quali i requisiti patrimoniali. In questo modo, si è creata una domanda artificiale del servizio di rating, si sono amplificati gli effetti delle imperfezioni che lo caratterizzano, si sono poste le premesse, con la (in parte conseguente) regolamentazione delle agenzie di rating, per l'innalzamento di barriere all'entrata su questo mercato e si è accresciuto lo scarto tra l'utilità effettiva dei rating e l'utilità percepita dagli investitori. Questo lavoro si concentra su alcuni aspetti legati al problema della «domanda di rating» indotta dai regolatori. In primo luogo, sono passati in rassegna, senza pretesa di esaustività, alcuni tra i più significativi esempi di «abdicazione regolamentare» in favore delle agenzie di rating. In secondo luogo, sono descritti alcuni problemi, emersi durante la recente crisi finanziaria, che caratterizzano il mercato dei servizi prestati dalle agenzie, con particolare riguardo alla finanza strutturata. In terzo luogo, sono brevemente descritte le principali reazioni di legislatori e regolatori alle carenze delle società di rating che la crisi ha evidenziato. Dopo aver sottolineato come queste reazioni, per quanto opportune, non paiono di per sé idonee a risolvere le vere questioni alla base di tali carenze, si svolgono alcune considerazioni conclusive sulla possibilità di ripensare più in profondità il rapporto tra rating e regolamentazione finanziaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.