La nozione di continuità aziendale introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresenta un’innovazione giuridica che trova giustificazione nel finalismo generale della riforma, ovvero la necessità di salvaguardare il futuro delle aziende e dei suoi creditori, anche a scapito del soggetto imprenditoriale che non è riuscito a evitare la crisi. Nella logica dell’allerta una volta accertata la crisi, ovvero una condizione di insolvenza probabile, l’imprenditore deve presentare soluzioni atte non solo al superamento della crisi ma anche al recupero delle prospettive di continuità aziendale; anche perché se la crisi costituisce una condizione di insolvenza probabile che pone sostanziali dubbi, in termini di equilibrio finanziario, sulla sostenibilità dei debiti per almeno i seimesi successivi, come si può sostenere che non vi siano, al contempo, dubbi sostanziali inmerito alla continuità aziendale? La crisi si caratterizza, pertanto, quale area di “grigio” tra una gestione secondo economicità, da un lato, e lo stato di insolvenza, dall’altro, e cometale richiede disposizioni specifiche in materia di bilancio e controllo contabile. Ciò anche alla luce del fatto che gli attuali principi contabili e di revisione sono redatti nella logica del “bianco o nero”, ovvero vi è per definizione continuità (going concern) se non vi è o l’interruzione dell’attività d’impresa o la perdita del capitale.

Perdita di continuità: quali relazioni tra il Codice della Crisi e Insolvenza e i principi professionali?

Nicola Pecchiari
Writing – Original Draft Preparation
2020

Abstract

La nozione di continuità aziendale introdotta dal Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza rappresenta un’innovazione giuridica che trova giustificazione nel finalismo generale della riforma, ovvero la necessità di salvaguardare il futuro delle aziende e dei suoi creditori, anche a scapito del soggetto imprenditoriale che non è riuscito a evitare la crisi. Nella logica dell’allerta una volta accertata la crisi, ovvero una condizione di insolvenza probabile, l’imprenditore deve presentare soluzioni atte non solo al superamento della crisi ma anche al recupero delle prospettive di continuità aziendale; anche perché se la crisi costituisce una condizione di insolvenza probabile che pone sostanziali dubbi, in termini di equilibrio finanziario, sulla sostenibilità dei debiti per almeno i seimesi successivi, come si può sostenere che non vi siano, al contempo, dubbi sostanziali inmerito alla continuità aziendale? La crisi si caratterizza, pertanto, quale area di “grigio” tra una gestione secondo economicità, da un lato, e lo stato di insolvenza, dall’altro, e cometale richiede disposizioni specifiche in materia di bilancio e controllo contabile. Ciò anche alla luce del fatto che gli attuali principi contabili e di revisione sono redatti nella logica del “bianco o nero”, ovvero vi è per definizione continuità (going concern) se non vi è o l’interruzione dell’attività d’impresa o la perdita del capitale.
2020
Pecchiari, Nicola
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11565/4055976
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