Per uscire dall’emergenza sarà decisivo investire su lavori che siano allo stesso tempo lavori di qualità e produttivi. Il lavoro agile può essere uno degli strumenti da utilizzare a questa finalità, a patto di non farne uno strumento retorico utile solo ad alimentare lo stucchevole dibattito ideologico tra amici e nemici dell’impresa e del lavoro. In questo dibattito ricorre con frequenza una novecentesca rappresentazione caricaturale dell’impresa, identificata come il luogo della alienazione e della fatica, che giustifica la visione negativa del lavoro dalla quale una certa cultura storicistica non si è mai veramente liberata. Nel 2020 non è intellettualmente onesto associare genericamente l’organizzazione del lavoro al taylorismo e negare al lavoro il suo senso identitario, sociale e spesso salvifico (à la Levi). E similmente non è di utilità presentare il lavoro agile come strumento di liberazione del lavoro dalla gerarchia e dalla specializzazione né come automatico generatore di lavori soddisfacenti. Dalla nascita dell’impresa alla fine della seconda rivoluzione industriale, sono stati progettati e implementati diversi tipi di meccanismi organizzativi per specializzare, coordinare e monitorare diversi tipi di lavoro. E la diffusione repentina del lavoro agile ci dà l’occasione per riflettere su come bilanciare nelle imprese questa pluralità di meccanismi in modo coerente con diverse modalità di lavoro.
Liberare lo smartworking dal dibattito ideologico: le tante cose che sappiamo (ma di cui non discutiamo) per l’efficacia del lavoro senza vincoli di luogo e di tempo
Cappetta, Rossella;Del Conte, Maurizio
2020
Abstract
Per uscire dall’emergenza sarà decisivo investire su lavori che siano allo stesso tempo lavori di qualità e produttivi. Il lavoro agile può essere uno degli strumenti da utilizzare a questa finalità, a patto di non farne uno strumento retorico utile solo ad alimentare lo stucchevole dibattito ideologico tra amici e nemici dell’impresa e del lavoro. In questo dibattito ricorre con frequenza una novecentesca rappresentazione caricaturale dell’impresa, identificata come il luogo della alienazione e della fatica, che giustifica la visione negativa del lavoro dalla quale una certa cultura storicistica non si è mai veramente liberata. Nel 2020 non è intellettualmente onesto associare genericamente l’organizzazione del lavoro al taylorismo e negare al lavoro il suo senso identitario, sociale e spesso salvifico (à la Levi). E similmente non è di utilità presentare il lavoro agile come strumento di liberazione del lavoro dalla gerarchia e dalla specializzazione né come automatico generatore di lavori soddisfacenti. Dalla nascita dell’impresa alla fine della seconda rivoluzione industriale, sono stati progettati e implementati diversi tipi di meccanismi organizzativi per specializzare, coordinare e monitorare diversi tipi di lavoro. E la diffusione repentina del lavoro agile ci dà l’occasione per riflettere su come bilanciare nelle imprese questa pluralità di meccanismi in modo coerente con diverse modalità di lavoro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Menabo_Cappetta-DelConte.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Pdf editoriale (Publisher's layout)
Licenza:
PUBBLICO DOMINIO
Dimensione
115.36 kB
Formato
Adobe PDF
|
115.36 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.