Giurisprudenza e dottrina sono storicamente divise sul ruolo da assegnare alla dichiarazione giudiziale d'insolvenza rispetto ai delitti di bancarotta. Le Corti annoverano la sentenza dichiarativa di fallimento tra gli elementi costitutivi del reato, senza però trarne tutte le implicazioni di carattere sistematico e giungendo talvolta a risultati interpretativi eccentrici. L'impostazione prevalente in dottrina, secondo cui il fallimento è condizione obiettiva di punibilità, non soltanto risulta più coerente sotto il profilo dogmatico, ma a ben vedere si sottrae anche alle possibili criticità concernenti l'individuazione del tempus e del locus commissi delicti.
Sentenza dichiarativa di fallimento e bancarotta: davvero incolmabile il divario fra teoria e prassi?
Mucciarelli, Francesco
2015
Abstract
Giurisprudenza e dottrina sono storicamente divise sul ruolo da assegnare alla dichiarazione giudiziale d'insolvenza rispetto ai delitti di bancarotta. Le Corti annoverano la sentenza dichiarativa di fallimento tra gli elementi costitutivi del reato, senza però trarne tutte le implicazioni di carattere sistematico e giungendo talvolta a risultati interpretativi eccentrici. L'impostazione prevalente in dottrina, secondo cui il fallimento è condizione obiettiva di punibilità, non soltanto risulta più coerente sotto il profilo dogmatico, ma a ben vedere si sottrae anche alle possibili criticità concernenti l'individuazione del tempus e del locus commissi delicti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Sent_fall_Bancarotta_DPC_collett_Borsari.pdf
accesso aperto
Descrizione: Articolo
Tipologia:
Pdf editoriale (Publisher's layout)
Licenza:
Creative commons
Dimensione
759.1 kB
Formato
Adobe PDF
|
759.1 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.