La nota riguarda l'ultima pronuncia della Corte costituzionale sul segreto di Stato. Il commento, dopo aver sottolineato la sostanziale continuità tra la decisione oggetto del commento e le precedenti sentenze n. 40 del 2012 e n. 106 del 2009, prende atto, in termini assai critici, del completo e definitivo abbandono dell'istituto del segreto nelle mani del Presidente del Consiglio. L'analisi mette in evidenza che l'eccessiva deferenza della Corte nei confronti dell'Esecutivo comporta il venir meno dell'unica effettiva forma di controllo sull'uso dell'istituto prevista dal nostro ordinamento. Su quest'assunto, e ricostruita la più recente giurisprudenza della Consulta in materia di segreto di Stato, con particolare riferimento all'interpretazione restrittiva del limite materiale, ci si interroga sulla compatibilità del segreto con l'assetto democratico.
Il segreto di Stato resta senza giudice
VEDASCHI, ARIANNA
2014
Abstract
La nota riguarda l'ultima pronuncia della Corte costituzionale sul segreto di Stato. Il commento, dopo aver sottolineato la sostanziale continuità tra la decisione oggetto del commento e le precedenti sentenze n. 40 del 2012 e n. 106 del 2009, prende atto, in termini assai critici, del completo e definitivo abbandono dell'istituto del segreto nelle mani del Presidente del Consiglio. L'analisi mette in evidenza che l'eccessiva deferenza della Corte nei confronti dell'Esecutivo comporta il venir meno dell'unica effettiva forma di controllo sull'uso dell'istituto prevista dal nostro ordinamento. Su quest'assunto, e ricostruita la più recente giurisprudenza della Consulta in materia di segreto di Stato, con particolare riferimento all'interpretazione restrittiva del limite materiale, ci si interroga sulla compatibilità del segreto con l'assetto democratico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.