N el mondo in cui la responsabilità sulle scelte finanziarie si sta gradualmente spostando dalle Istituzioni ai cittadini, le «distorsioni comportamentali» si accompagnano abitualmente a un’inadeguata comprensione dei fenomeni che animano i mercati finanziari. In altre parole, anche ammettendo che i decisori operino in regime di razionalità, sorge il dubbio circa la loro effettiva capacità di processare correttamente le informazioni disponibili, dato il bagaglio di competenze tecniche a loro disposizione. Si fa qui riferimento al problema dell’alfabetizzazione o educazione in campo finanziario. Nel nostro paese, il problema di una adeguata cultura finanziaria in campo previdenziale deve stare al centro dell’attenzione per vari ordini di ragioni. Innanzitutto, poiché la riduzione delle pensioni pubbliche induce l’individuo ad investire una quota sempre maggiore delle proprie risorse in forme previdenziali integrative e private; lo Stato garantisce sempre meno il risparmiatore e l’auto-responsabilizzazione in materia finanziaria diventa così un elemento chiave nei futuri scenari dei sistemi previdenziali. Inoltre, intervenendo dinamiche di natura socio-demografica – come la crescita della vita media, la riduzione delle nascite e la crescente quota di popolazione con più di 65 anni rispetto alla popolazione in età attiva – e comportamentale – come la crescita della propensione delle famiglie all’indebitamento e la contrazione della propensione al risparmio (soprattutto tra le generazioni più giovani) – si creano i presupposti per un progressivo impoverimento del processo di accumulazione di ricchezza e diventa cruciale la necessità di scegliere con maggiore oculatezza la corretta composizione dei portafogli di investimento
Pensioni, comportamenti e regole
ALEMANNI, BARBARA
2012
Abstract
N el mondo in cui la responsabilità sulle scelte finanziarie si sta gradualmente spostando dalle Istituzioni ai cittadini, le «distorsioni comportamentali» si accompagnano abitualmente a un’inadeguata comprensione dei fenomeni che animano i mercati finanziari. In altre parole, anche ammettendo che i decisori operino in regime di razionalità, sorge il dubbio circa la loro effettiva capacità di processare correttamente le informazioni disponibili, dato il bagaglio di competenze tecniche a loro disposizione. Si fa qui riferimento al problema dell’alfabetizzazione o educazione in campo finanziario. Nel nostro paese, il problema di una adeguata cultura finanziaria in campo previdenziale deve stare al centro dell’attenzione per vari ordini di ragioni. Innanzitutto, poiché la riduzione delle pensioni pubbliche induce l’individuo ad investire una quota sempre maggiore delle proprie risorse in forme previdenziali integrative e private; lo Stato garantisce sempre meno il risparmiatore e l’auto-responsabilizzazione in materia finanziaria diventa così un elemento chiave nei futuri scenari dei sistemi previdenziali. Inoltre, intervenendo dinamiche di natura socio-demografica – come la crescita della vita media, la riduzione delle nascite e la crescente quota di popolazione con più di 65 anni rispetto alla popolazione in età attiva – e comportamentale – come la crescita della propensione delle famiglie all’indebitamento e la contrazione della propensione al risparmio (soprattutto tra le generazioni più giovani) – si creano i presupposti per un progressivo impoverimento del processo di accumulazione di ricchezza e diventa cruciale la necessità di scegliere con maggiore oculatezza la corretta composizione dei portafogli di investimentoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.