Il dibattito tra sostenitori del finanziamento pubblico all’arte e alla cultura e suoi oppositori ha origini lontane, ma mai come in questi mesi ha assunto un interesse così profondo, in funzione di un fondamentale trade-off che si acuisce sempre più: la restrizione dei budget di spesa a disposizione degli Stati occidentali da un lato, e i benefici sempre più marcati, anche di natura economica, che nuovi studi sembrano attribuire agli investimenti in arte e cultura dall’altro. Tramite un’analisi effettuata sui principali teatri italiani in termini di ricavi generati, il paper comprova l’impossibilità per le istituzioni culturali di potere conciliare in modo autonomo la propria mission di fondo con principi di sostenibilità finanziaria. Gli autori sostengono che il supporto al settore cultura rappresenta attualmente un’attività imprescindibile per uno Stato, non solo in funzione del carattere di meritorietà del bene culturale, ma soprattutto alla luce anche dei vantaggi di tipo economico, fino a pochi anni fa trascurati o meglio, difficilmente quantificabili, che la cultura è in grado di apportare per l’economia del «Sistema Paese»; vantaggi la cui quantificazione sarà possibile grazie al rapido sviluppo di metodologie valutative di prossima utilizzabilità
La sostenibilità finanziaria della cultura: il caso delle istituzioni teatrali italiane
SACCO, PIER LUIGI;TETI, EMANUELE
2011
Abstract
Il dibattito tra sostenitori del finanziamento pubblico all’arte e alla cultura e suoi oppositori ha origini lontane, ma mai come in questi mesi ha assunto un interesse così profondo, in funzione di un fondamentale trade-off che si acuisce sempre più: la restrizione dei budget di spesa a disposizione degli Stati occidentali da un lato, e i benefici sempre più marcati, anche di natura economica, che nuovi studi sembrano attribuire agli investimenti in arte e cultura dall’altro. Tramite un’analisi effettuata sui principali teatri italiani in termini di ricavi generati, il paper comprova l’impossibilità per le istituzioni culturali di potere conciliare in modo autonomo la propria mission di fondo con principi di sostenibilità finanziaria. Gli autori sostengono che il supporto al settore cultura rappresenta attualmente un’attività imprescindibile per uno Stato, non solo in funzione del carattere di meritorietà del bene culturale, ma soprattutto alla luce anche dei vantaggi di tipo economico, fino a pochi anni fa trascurati o meglio, difficilmente quantificabili, che la cultura è in grado di apportare per l’economia del «Sistema Paese»; vantaggi la cui quantificazione sarà possibile grazie al rapido sviluppo di metodologie valutative di prossima utilizzabilitàI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.