Questo articolo esamina l’impatto della liberalizzazione del mercato elettrico europeo dopo le direttive 96/92/CE e 2003/54/CE. Vengono presi in considerazione i principali cambiamenti introdotti da tali direttive: l’apertura dei mercati, la libertà di accesso alle reti, la separazione delle imprese integrate verticalmente, la creazione di regolatori nazionali indipendenti. La conclusione di questo esame è che il grado di concorrenza potenziale nel mercato elettrico europeo è ancora modesto e che gli scambi transfrontalieri non sono significativamente cresciuti testimoniando che i mercati rimangono ancora largamente nazionali, come le caratteristiche tecnico-economiche dell’energia elettrica lasciavano prevedere. Un effetto forse non voluto nè previsto della liberalizzazione del mercato elettrico dell’UE è invece la formazione di un oligopolio europeo. Invece che frazionarsi, l’offerta si è concentrata, ma i grandi “campioni nazionali” superstiti hanno investito fortemente sui mercati esteri, spesso perdendo quote di mercato nel paese di origine. Si è dunque andati verso un’integrazione dei mercati attriverso la mobilità delle imprese anzichè delle merci. E’ ancora troppo presto per dire se tale integrazione è anche foriera di maggiore concorrenza e di capacità di effettuare gli investimenti richiesti in uno schema di mercato anzichè di monopolio.
L’industrie électrique européenne, un exemple pour le reste du monde?
DE PAOLI, LUIGI
2008
Abstract
Questo articolo esamina l’impatto della liberalizzazione del mercato elettrico europeo dopo le direttive 96/92/CE e 2003/54/CE. Vengono presi in considerazione i principali cambiamenti introdotti da tali direttive: l’apertura dei mercati, la libertà di accesso alle reti, la separazione delle imprese integrate verticalmente, la creazione di regolatori nazionali indipendenti. La conclusione di questo esame è che il grado di concorrenza potenziale nel mercato elettrico europeo è ancora modesto e che gli scambi transfrontalieri non sono significativamente cresciuti testimoniando che i mercati rimangono ancora largamente nazionali, come le caratteristiche tecnico-economiche dell’energia elettrica lasciavano prevedere. Un effetto forse non voluto nè previsto della liberalizzazione del mercato elettrico dell’UE è invece la formazione di un oligopolio europeo. Invece che frazionarsi, l’offerta si è concentrata, ma i grandi “campioni nazionali” superstiti hanno investito fortemente sui mercati esteri, spesso perdendo quote di mercato nel paese di origine. Si è dunque andati verso un’integrazione dei mercati attriverso la mobilità delle imprese anzichè delle merci. E’ ancora troppo presto per dire se tale integrazione è anche foriera di maggiore concorrenza e di capacità di effettuare gli investimenti richiesti in uno schema di mercato anzichè di monopolio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.