I volumi dei pazienti presi in carico dai presidi territoriali di cure primarie sono destinati a crescere a causa dei trend demografici e della crescente diffusione di patologie croniche. Allo stesso tempo, le aspettative dei pazienti in termini di servizio e qualità delle cure sono in aumento. I sistemi territoriali si devono dotare di logiche per governare i processi, come gli strumenti di operations management, soprattutto per gestire i rilevanti volumi di prestazioni potenzialmente indotti dalle patologie croniche, per riprogrammarli in un’ottica di presa in carico del paziente. Il presente lavoro applica logiche di operations management a una tipologia di setting assistenziale territoriale chiamato “presidio di erogazione delle cure primarie”, focalizzandosi sulla capacità esistente in termini di dotazione e mix di professionisti e indagando il gap esistente rispetto alla capacità desiderata per la presa in carico della cronicità. In particolare, la domanda di ricerca del presente lavoro si concentra sull’analisi della coerenza tra la dotazione del personale medico e infermieristico dei presidi di erogazione delle cure primarie e i carichi di lavoro necessari a garantire una presa in carico universalistica del paziente cronico. Dallo studio emerge: a) l’utilità di applicare logiche di operations management nelle cure primarie per comprendere gap tra bisogni e offerta; b) la necessità di definire priorità cliniche o di riconfigurare gli skill-mix dei professionisti per mantenere ambizioni universalistiche; c) la particolare coerenza delle logiche di operations management nelle cure primarie, essendo l’epidemiologia e la cura delle cronicità particolarmente adatte a logiche di clusterizzazione dei pazienti e standardizzazione dei servizi. Inoltre, il modello di analisi utilizzato permette di verificare la presenza di un gap tra la domanda assistenziale che deriva dalle patologie croniche e la disponibilità di personale medico e infermieristico, mostrando un contesto in cui la capacità attuale di risorse del personale nel sistema è in generale insufficiente per assicurare una presa in carico universalistica dei pazienti cronici. I servizi territoriali in genere e le cure primarie in particolare sono distanti da prassi di operations management: l’indagine svolta utilizzando le evidenze della Regione Emilia-Romagna mostra l’economicità dello strumento.

Operations management delle cure primarie: quali standard di servizio per servire l’intera popolazione cronica?

Angelica Zazzera;Francesco Longo
2018

Abstract

I volumi dei pazienti presi in carico dai presidi territoriali di cure primarie sono destinati a crescere a causa dei trend demografici e della crescente diffusione di patologie croniche. Allo stesso tempo, le aspettative dei pazienti in termini di servizio e qualità delle cure sono in aumento. I sistemi territoriali si devono dotare di logiche per governare i processi, come gli strumenti di operations management, soprattutto per gestire i rilevanti volumi di prestazioni potenzialmente indotti dalle patologie croniche, per riprogrammarli in un’ottica di presa in carico del paziente. Il presente lavoro applica logiche di operations management a una tipologia di setting assistenziale territoriale chiamato “presidio di erogazione delle cure primarie”, focalizzandosi sulla capacità esistente in termini di dotazione e mix di professionisti e indagando il gap esistente rispetto alla capacità desiderata per la presa in carico della cronicità. In particolare, la domanda di ricerca del presente lavoro si concentra sull’analisi della coerenza tra la dotazione del personale medico e infermieristico dei presidi di erogazione delle cure primarie e i carichi di lavoro necessari a garantire una presa in carico universalistica del paziente cronico. Dallo studio emerge: a) l’utilità di applicare logiche di operations management nelle cure primarie per comprendere gap tra bisogni e offerta; b) la necessità di definire priorità cliniche o di riconfigurare gli skill-mix dei professionisti per mantenere ambizioni universalistiche; c) la particolare coerenza delle logiche di operations management nelle cure primarie, essendo l’epidemiologia e la cura delle cronicità particolarmente adatte a logiche di clusterizzazione dei pazienti e standardizzazione dei servizi. Inoltre, il modello di analisi utilizzato permette di verificare la presenza di un gap tra la domanda assistenziale che deriva dalle patologie croniche e la disponibilità di personale medico e infermieristico, mostrando un contesto in cui la capacità attuale di risorse del personale nel sistema è in generale insufficiente per assicurare una presa in carico universalistica dei pazienti cronici. I servizi territoriali in genere e le cure primarie in particolare sono distanti da prassi di operations management: l’indagine svolta utilizzando le evidenze della Regione Emilia-Romagna mostra l’economicità dello strumento.
2018
2018
Zazzera, Angelica; Longo, Francesco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11565/4031094
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