Il lavoro esamina la nozione giuridica di imprenditore di cui all’art. 2082 c.c. Si prendono le mosse da una prospettiva storica o, più precisamente, di storia del pensiero giuridico, al fine di mettere in luce come l’art. 2082, e le altre norme rilevanti, vedano – o avrebbero inteso vedere – l’impresa come organizzazione di fattori produttivi, di capitale e lavoro, e dunque, in senso lato e non strettamente tecnico-giuridico, come istituzione. Si passa poi a una più analitica discussione degli elementi fondamentali della definizione codicistica di imprenditore, valutando se tra essi – pur tutti a rigore necessari sul piano giuridico – ve ne siano uno o alcuni che meglio colgono lo «spirito» del fenomeno indagato. Si esaminano, successivamente, i rapporti tra attività di impresa e soggetto societario, e i rapporti tra fine dell’impresa e scopo sociale, evidenziando i limiti di formule che vorrebbero individuare l’obiettivo prioritario delle società lucrative, quale quella, di ispirazione anglosassone, della massimizzazione del valore per gli azionisti. Si valuta, infine, come la circostanza che l’impresa è condotta tramite lo schermo societario incida sul rapporto tra rischio e potere, concludendo con alcune considerazioni sugli ambigui effetti della disciplina applicabile agli imprenditori, mettendo in luce la difficoltà di valutare se il cosiddetto «statuto» dell’imprenditore comporti vantaggi o svantaggi.
Richiamo e difesa delle radici istituzionali dell'impresa nel codice civile italiano
Ventoruzzo, Marco
2016
Abstract
Il lavoro esamina la nozione giuridica di imprenditore di cui all’art. 2082 c.c. Si prendono le mosse da una prospettiva storica o, più precisamente, di storia del pensiero giuridico, al fine di mettere in luce come l’art. 2082, e le altre norme rilevanti, vedano – o avrebbero inteso vedere – l’impresa come organizzazione di fattori produttivi, di capitale e lavoro, e dunque, in senso lato e non strettamente tecnico-giuridico, come istituzione. Si passa poi a una più analitica discussione degli elementi fondamentali della definizione codicistica di imprenditore, valutando se tra essi – pur tutti a rigore necessari sul piano giuridico – ve ne siano uno o alcuni che meglio colgono lo «spirito» del fenomeno indagato. Si esaminano, successivamente, i rapporti tra attività di impresa e soggetto societario, e i rapporti tra fine dell’impresa e scopo sociale, evidenziando i limiti di formule che vorrebbero individuare l’obiettivo prioritario delle società lucrative, quale quella, di ispirazione anglosassone, della massimizzazione del valore per gli azionisti. Si valuta, infine, come la circostanza che l’impresa è condotta tramite lo schermo societario incida sul rapporto tra rischio e potere, concludendo con alcune considerazioni sugli ambigui effetti della disciplina applicabile agli imprenditori, mettendo in luce la difficoltà di valutare se il cosiddetto «statuto» dell’imprenditore comporti vantaggi o svantaggi.File | Dimensione | Formato | |
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