Trentasette anni dopo Guzzardi c. Italia, che aveva in pratica decretato la morte del ‘confino’ di poliziesca memoria, la Grande Camera Corte europea dei diritti dell’uomo torna con la sentenza qui pubblicata a sferrare un duro colpo alla disciplina delle misure di prevenzione personali fondate sulle fattispecie di pericolosità ‘generica’ di cui alla legge n. 1423/1956, oggi trasfuse nell’art. 1 della legge n. 159/2011 (il c.d. codice antimafia), dichiarando tale disciplina incompatibile – in particolare – con la libertà di circolazione, riconosciuta dall’art. 2 Prot. 4 Cedu

La Corte di Strasburgo assesta un duro colpo alla disciplina italiana delle misure di prevenzione personali

VIGANO', FRANCESCO
2017

Abstract

Trentasette anni dopo Guzzardi c. Italia, che aveva in pratica decretato la morte del ‘confino’ di poliziesca memoria, la Grande Camera Corte europea dei diritti dell’uomo torna con la sentenza qui pubblicata a sferrare un duro colpo alla disciplina delle misure di prevenzione personali fondate sulle fattispecie di pericolosità ‘generica’ di cui alla legge n. 1423/1956, oggi trasfuse nell’art. 1 della legge n. 159/2011 (il c.d. codice antimafia), dichiarando tale disciplina incompatibile – in particolare – con la libertà di circolazione, riconosciuta dall’art. 2 Prot. 4 Cedu
2017
2017
Vigano', Francesco
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