Una recente sentenza della Corte EDU, ormai divenuta irrevocabile, giudica incompatibile con il diritto fondamentale al ne bis in idem, riconosciuto dall’art. 4 Prot. 7 CEDU, il sistema di ‘doppio binario’ tra sanzione amministrativa e sanzione penale (e tra i relativi procedimenti applicativi) in materia di abusi di mercato. Ferma restando la necessità di una profonda revisione di tale sistema da parte del legislatore, il presente contributo si interroga sulle ricadute di tale sentenza nell’ordinamento italiano, al di là dello speci co caso concreto deciso a Strasburgo, prospettando due strade alternative per conformarsi – già de iure condito – agli obblighi convenzionali: l’una che chiama in causa la Corte costituzionale, attraverso il meccanismo dell’art. 117, comma 1, Cost.; l’altra che presuppone invece la diretta applicazione, da parte dello stesso giudice ordinario, dell’art. 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che è norma di rango primario suscettibile di produrre e etto diretto negli ordinamenti degli Stati membri, e che sancisce il diritto al ne bis in idem nella stessa estensione riconosciuta dall’art. 4 Prot. 7 CEDU.

Doppio binario sanzionatorio e ne bis idem: verso una diretta applicazione dell’art. 50 della Carta? (a margine della sentenza Grande Stevens della Corte EDU)

VIGANO', FRANCESCO
2014

Abstract

Una recente sentenza della Corte EDU, ormai divenuta irrevocabile, giudica incompatibile con il diritto fondamentale al ne bis in idem, riconosciuto dall’art. 4 Prot. 7 CEDU, il sistema di ‘doppio binario’ tra sanzione amministrativa e sanzione penale (e tra i relativi procedimenti applicativi) in materia di abusi di mercato. Ferma restando la necessità di una profonda revisione di tale sistema da parte del legislatore, il presente contributo si interroga sulle ricadute di tale sentenza nell’ordinamento italiano, al di là dello speci co caso concreto deciso a Strasburgo, prospettando due strade alternative per conformarsi – già de iure condito – agli obblighi convenzionali: l’una che chiama in causa la Corte costituzionale, attraverso il meccanismo dell’art. 117, comma 1, Cost.; l’altra che presuppone invece la diretta applicazione, da parte dello stesso giudice ordinario, dell’art. 50 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che è norma di rango primario suscettibile di produrre e etto diretto negli ordinamenti degli Stati membri, e che sancisce il diritto al ne bis in idem nella stessa estensione riconosciuta dall’art. 4 Prot. 7 CEDU.
2014
2014
Vigano', Francesco
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