Nella Teoria generale di John Maynard Keynes, nel capitolo dedicato al saggio d’interesse monetario, c’è una frase tanto famosa quanto cruciale, che suona: “La disoccupazione si sviluppa perché gli uomini vogliono la luna”. Si tratta, evidentemente, di quella che Keynes chiama “disoccupazione involontaria”: uomini che vorrebbero lavorare non riescono a lavorare, perché altri uomini (o, al limite, loro stessi) vogliono “qualcosa” che impedisce a quell’altro desiderio di trovare il proprio oggetto. Che cos’è “la luna”? La luna, dice Keynes nell’immediato prosieguo della frase, è “la moneta”. Ma dovremmo aggiungere, esplicitando ciò che, per quanto Keynes va dicendo in quel capitolo, può restare implicito nella sua formulazione: “la moneta quale noi la conosciamo (as we know it)”, ossia una configurazione della moneta, e forse la meno adeguata al suo stesso compito. Finché la moneta è come la conosciamo (o meglio, come crediamo di conoscerla, posto che una conoscenza scientifica della moneta e del suo ruolo in economia non è stata ancora realmente dispiegata), gli uomini sono portati a volere qualche cosa − l’accumulazione monetaria − che porta con sé un esito del tutto non voluto: la disoccupazione involontaria.

La disoccupazione esiste perché l'uomo vuole la luna. Note su Mida

Amato, Massimo
2015

Abstract

Nella Teoria generale di John Maynard Keynes, nel capitolo dedicato al saggio d’interesse monetario, c’è una frase tanto famosa quanto cruciale, che suona: “La disoccupazione si sviluppa perché gli uomini vogliono la luna”. Si tratta, evidentemente, di quella che Keynes chiama “disoccupazione involontaria”: uomini che vorrebbero lavorare non riescono a lavorare, perché altri uomini (o, al limite, loro stessi) vogliono “qualcosa” che impedisce a quell’altro desiderio di trovare il proprio oggetto. Che cos’è “la luna”? La luna, dice Keynes nell’immediato prosieguo della frase, è “la moneta”. Ma dovremmo aggiungere, esplicitando ciò che, per quanto Keynes va dicendo in quel capitolo, può restare implicito nella sua formulazione: “la moneta quale noi la conosciamo (as we know it)”, ossia una configurazione della moneta, e forse la meno adeguata al suo stesso compito. Finché la moneta è come la conosciamo (o meglio, come crediamo di conoscerla, posto che una conoscenza scientifica della moneta e del suo ruolo in economia non è stata ancora realmente dispiegata), gli uomini sono portati a volere qualche cosa − l’accumulazione monetaria − che porta con sé un esito del tutto non voluto: la disoccupazione involontaria.
2015
9788857529523
Leoni, Federico
Re Mida a Wall street : debito desiderio distruzione tra psicoanalisi, economia, filosofia
Amato, Massimo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11565/3987358
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