La valutazione dell’avviamento nel bilancio bancario, attività intangibile da sottoporre a impairment test in base al nuovo principio contabile IAS 36, presenta profili di estrema delicatezza, soprattutto in un contesto di mercati finanziari estremamente volatili che accresce l’incertezza sugli scenari di sviluppo economico-finanziario e, con essi, il rischio di errori di stima. Dall’analisi dei bilanci consolidati per l’esercizio 2010 delle maggiori banche italiane emergono ampi margini di discrezionalità nella scelta delle metodologie di valutazione, che riflettono talune incertezze sulla corretta interpretazione del principio contabile, nonché la dialettica interna determinata delle diverse logiche valutative dell’area accounting e di capital management. Alcune soluzioni appaiono criticabili, soprattutto in tema di scelta fra flussi generati o flussi distribuibili da utilizzare per la stima del valore d’uso, e sembrano dipendere da un progressivo processo di inversione, in base al quale il capital management si è nel tempo affermato quale principale “owner” del processo contabile, ruolo di cui si dovrebbe invece riappropriare l’area contabile

Valore d’uso e impairment test sull’avviamento nel bilancio delle banche, tra discrezionalità valutativa e incertezze metodologiche

RUTIGLIANO, MICHELE
2011

Abstract

La valutazione dell’avviamento nel bilancio bancario, attività intangibile da sottoporre a impairment test in base al nuovo principio contabile IAS 36, presenta profili di estrema delicatezza, soprattutto in un contesto di mercati finanziari estremamente volatili che accresce l’incertezza sugli scenari di sviluppo economico-finanziario e, con essi, il rischio di errori di stima. Dall’analisi dei bilanci consolidati per l’esercizio 2010 delle maggiori banche italiane emergono ampi margini di discrezionalità nella scelta delle metodologie di valutazione, che riflettono talune incertezze sulla corretta interpretazione del principio contabile, nonché la dialettica interna determinata delle diverse logiche valutative dell’area accounting e di capital management. Alcune soluzioni appaiono criticabili, soprattutto in tema di scelta fra flussi generati o flussi distribuibili da utilizzare per la stima del valore d’uso, e sembrano dipendere da un progressivo processo di inversione, in base al quale il capital management si è nel tempo affermato quale principale “owner” del processo contabile, ruolo di cui si dovrebbe invece riappropriare l’area contabile
2011
Rutigliano, Michele
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