La mostra e il catalogo analizzano un campo poco indagato della storia dell'arte, quello delle figure in cera a grandezza naturale, soggetto affascinante, ma al quale non è mai stata dedicata un'esposizione tematica prima d'ora. La mostra, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, riunisce le opere esistenti in Italia prendendo l'avvio dal tema del calco e della maschera funebre, rappresentati da alcuni esemplari in cera di dogi veneziani del XVIII secolo, testimonianza unica dell'utilizzo di "doppi" in cera nelle cerimonie funebri. Seguono i volti dei santi e dei criminali, due temi ricorrenti nella tradizione ceroplastica. I primi rappresentati dalla serie di dodici busti di santi francescani (provenienti dalla chiesa del Redentore, Venezia) databili al XVIII secolo, in cera con occhi di vetro e capelli veri, opere che costituiscono un unicum nell'iconografia religiosa. A questi sono contrapposti una serie di teste in cera di criminali realizzate alla fine dell'Ottocento dall'allievo di Cesare Lombroso, Lorenzo Tenchini. Cinque volti in cera raffiguranti "un caucasico, un giapponese, un mongolo, un etiopico ed un beduino", sono invece opera del ceroplasta modenese Remigio Lei nella seconda metà del XIX secolo per la collezione etnografica-antropologica di Modena. La sezione centrale è introdotta da due ritratti a figura intera, a grandezza naturale e corredati dalle vesti d'epoca, di bambini veneziani del Settecento.

Usi e abusi della cera d’api nella prima età moderna. Due apologhi e un assaggio

GUERZONI, GUIDO
2012

Abstract

La mostra e il catalogo analizzano un campo poco indagato della storia dell'arte, quello delle figure in cera a grandezza naturale, soggetto affascinante, ma al quale non è mai stata dedicata un'esposizione tematica prima d'ora. La mostra, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, riunisce le opere esistenti in Italia prendendo l'avvio dal tema del calco e della maschera funebre, rappresentati da alcuni esemplari in cera di dogi veneziani del XVIII secolo, testimonianza unica dell'utilizzo di "doppi" in cera nelle cerimonie funebri. Seguono i volti dei santi e dei criminali, due temi ricorrenti nella tradizione ceroplastica. I primi rappresentati dalla serie di dodici busti di santi francescani (provenienti dalla chiesa del Redentore, Venezia) databili al XVIII secolo, in cera con occhi di vetro e capelli veri, opere che costituiscono un unicum nell'iconografia religiosa. A questi sono contrapposti una serie di teste in cera di criminali realizzate alla fine dell'Ottocento dall'allievo di Cesare Lombroso, Lorenzo Tenchini. Cinque volti in cera raffiguranti "un caucasico, un giapponese, un mongolo, un etiopico ed un beduino", sono invece opera del ceroplasta modenese Remigio Lei nella seconda metà del XIX secolo per la collezione etnografica-antropologica di Modena. La sezione centrale è introdotta da due ritratti a figura intera, a grandezza naturale e corredati dalle vesti d'epoca, di bambini veneziani del Settecento.
2012
8889854820
9788889854822
A. Daninos
Avere una bella cera. Le figure in cera a Venezia e in Italia.
Guerzoni, Guido
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