Le reti di impresa rappresentano un possibile strumento per superare la frammentarietà del panorama imprenditoriale italiano. Si tratta, infatti, di una forma aggregativa di natura contrattuale, disponibile anche per le piccole e medie imprese che vogliano raggiungere adeguate economie di scala e di scopo. Ciò che occorre è organizzare un pool di risorse, spesso complementari, aumentando così la propria massa critica, accedendo a una più massiccia innovazione dei processi produttivi e dei prodotti, entrando nei (o consolidando la propria presenza sui) mercati globali senza doversi fondere o alleare sotto il controllo di un unico soggetto. Obiettivo del presente Capitolo è quello di cogliere l’effettiva portata del contratto di rete e se, in particolare, esso possa rappresentare davvero uno strumento di crescita e innovazione del sistema produttivo territoriale, in grado di ridare slancio alle PMI. Per analizzare tale fenomeno che mantiene elementi di forte novità (e quindi anche di incertezza), si è scelto di definire in modo chiaro il panorama normativo che regola il contratto di rete, sottolineando similitudini e differenze tra le diverse (e numerose) figure aggregative già esistenti (cfr. § 4.4), quali: i distretti, i consorzi, le ATI, le joint venture e i GEIE, fotografando così la realtà italiana ed europea in cui si è inserito il contratto di rete.
Il contratto di rete nel contesto normativo ed economico attuale
BRAMANTI, ALBERTO
2012
Abstract
Le reti di impresa rappresentano un possibile strumento per superare la frammentarietà del panorama imprenditoriale italiano. Si tratta, infatti, di una forma aggregativa di natura contrattuale, disponibile anche per le piccole e medie imprese che vogliano raggiungere adeguate economie di scala e di scopo. Ciò che occorre è organizzare un pool di risorse, spesso complementari, aumentando così la propria massa critica, accedendo a una più massiccia innovazione dei processi produttivi e dei prodotti, entrando nei (o consolidando la propria presenza sui) mercati globali senza doversi fondere o alleare sotto il controllo di un unico soggetto. Obiettivo del presente Capitolo è quello di cogliere l’effettiva portata del contratto di rete e se, in particolare, esso possa rappresentare davvero uno strumento di crescita e innovazione del sistema produttivo territoriale, in grado di ridare slancio alle PMI. Per analizzare tale fenomeno che mantiene elementi di forte novità (e quindi anche di incertezza), si è scelto di definire in modo chiaro il panorama normativo che regola il contratto di rete, sottolineando similitudini e differenze tra le diverse (e numerose) figure aggregative già esistenti (cfr. § 4.4), quali: i distretti, i consorzi, le ATI, le joint venture e i GEIE, fotografando così la realtà italiana ed europea in cui si è inserito il contratto di rete.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.